I vescovi svizzeri in difesa del Crocifisso e dei fratelli cristiani in Iraq
La solidarietà ai cristiani iracheni perseguitati e i simboli religiosi nei luoghi
pubblici sono i due principali temi al centro dei lavori della 290.ma assemblea ordinaria
della Conferenza episcopale svizzera (Ces), svoltasi a Viège. I presuli, citati dall’Osservatore
Romano, hanno denunciato “una forte ostilità manifestata contro i simboli religiosi
nei luoghi pubblici”. Si tratta di una “corrente d'opinione che vuole confinare la
religione alla sfera privata. È con soddisfazione che la Ces — hanno proseguito —
ha preso atto che la maggioranza della popolazione sostiene la presenza dei simboli
cristiani, in particolare i Crocifissi, nei luoghi pubblici”. La maggioranza, inoltre,
riconosce che “con l'abolizione di questi simboli si corre il rischio di minare le
fondamenta cristiane della nostra società e del nostro modo di vivere insieme senza
costrizione”. Ne consegue il diritto di testimoniare pubblicamente e di vivere la
fede attraverso segni visibili. “La libertà di credo e di coscienza — hanno aggiunto
— è garantita solo se le espressioni di fede e i loro segni sono tollerati.
Il divieto di esporre il Crocifisso nei luoghi pubblici non sarebbe espressione
di tolleranza, ma di intolleranza poiché impedisce in pubblico l'espressione della
fede cristiana”. La Conferenza episcopale svizzera ha poi espresso preoccupazione
per le condizioni in cui sono costretti a vivere i cristiani in Iraq e hanno espresso
la loro profonda solidarietà. “Siamo scioccati dalla situazione dei cristiani in Iraq”,
si legge in un messaggio dell'episcopato elvetico, nel quale si parla dell'attacco
sanguinoso avvenuto il 31 ottobre nella chiesa siro-cattolica di Nostra Signora del
Perpetuo Soccorso di Baghdad, a causa del quale hanno perso la vita 58 fedeli. “L'attacco
sembra rappresentare il culmine di una lunga serie di attentati contro la vita dei
cristiani e di altre minoranze religiose. Questi atti di persecuzione — prosegue il
comunicato della Ces — non sembrano volersi fermare. La vita dei cristiani in Medio
Oriente, purtroppo, continua a peggiorare e a essere continuamente minacciata”. I
vescovi svizzeri hanno ricordato il Sinodo speciale dei vescovi per il Medio Oriente
dello scorso ottobre, fortemente voluto da Papa Benedetto XVI, a margine del quale
è stato lanciato un accorato appello alla giustizia, alla pace, al rispetto dei diritti
umani e alla libertà religiosa in tutto il Medio Oriente. La Conferenza episcopale
ha quindi ringraziato tutte le organizzazioni umanitarie che assistono i cristiani
cattolici che si trovano in Iraq e anche quelli costretti ad andare in esilio nei
Paesi vicini, come Giordania, Libano e Siria. Infine, i vescovi hanno ribadito che
il più forte sostegno che si può offrire ai cristiani iracheni è la preghiera e hanno
invitato le parrocchie a celebrare la messa o altre funzioni liturgiche per tutti
i perseguitati e i martirizzati a causa della loro fede. (M.G.)