Tensione in Costa D'Avorio: Gbagbo e Ouattara si sono auto proclamati presidenti del
Paese
Cresce la preoccupazione della Comunità internazionale per quanto sta avvenendo in
Costa D’Avorio. Il Paese africano si trova ad avere due presidenti: il capo di stato
uscente, Gbagbo, e l’ex primo ministro Ouattara. Entrambi, infatti, rivendicano la
vittoria nella tornata del 28 novembre scorso e ieri hanno prestato giuramento. La
crisi rischia di provocare disordini e violenze, tanto che si agita lo spettro della
guerra civile. Il servizio è di Eugenio Bonanata:
La
tensione è alle stelle nella capitale Abidjan, dove nelle ultime 24 ore ci sono state
già due vittime nei primi scontri tra le opposte fazioni. In città è appena arrivato
l’ex presidente sudafricano Thabo Mbeki, con l’obiettivo di attivare una mediazione
tra le parti in vista di una soluzione pacifica della crisi. A dargli l’investitura
è stata l’Unione Africana, che come Unione Europea, Stati Uniti e Onu, nelle ultime
ore ha preso posizione a favore di Ouattara dato inizialmente per vincente alle presidenziali.
L’ex primo ministro attraverso una lettera si è autoproclamato Capo dello Stato, in
risposta al giuramento di Gbagbo trasmesso poco prima in diretta televisiva dal palazzo
presidenziale di Abidjan. Sullo sfondo si stagliano le divisioni. Quella istituzionale
tra la Commissione elettorale indipendente e il Consiglio Costituzionale, che ha ribaltato
il risultato della tornata sulla base di presunti brogli, e quella sociale tra il
sud a maggioranza cristiana e il nord prevalentemente musulmano. Ed è proprio nel
nord che si radica la base di consenso di Ouattara il quale ha affidato l’incarico
di formare un nuovo governo all’ex leader ribelle Guillaume Soro, già alla guida dell’esecutivo
ivoriano in virtù di un accordo di pace siglato con Gbagbo nel 2007. Tutto però resta
estremamente instabile. Poco fa la Comunità economica degli Stati dell’Africa dell’Ovest,
Cedeao, ha condannato l’investitura di Gbagbo annunciando una riunione straordinaria
dell’organismo, martedì, ad Abuja, in Nigeria, per decidere le misure da prendere.
Intanto, mentre il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki Moon, ha esortato
la popolazione alla calma e ha assicurato il massimo impegno per la pace e la sicurezza.
Gli Stati Uniti hanno sconsigliato ai propri cittadini di recarsi nel Paese. Il Fondo
Monetario Internazionale, infine, ha fatto sapere che non lavorerà con un governo
non riconosciuto dall’Onu.