Berlusconi: la maggioranza c'è, irresponsabile chi vuole aprire la crisi
Tra le forze politiche italiane è ormai scontro aperto in vista del voto di fiducia
di Senato e Camera in programma il 14 dicembre. Ieri, Futuro e Libertà, Udc e Alleanza
per l’Italia hanno presentato una mozione comune contro il governo. Ma il premier
Berlusconi è convinto di avere ancora la maggioranza e nello stesso tempo afferma
che è irresponsabile aprire la crisi. Intanto il Capo dello Stato Napolitano ribadisce
le sue prerogative in caso di crisi. Il servizio di Giampiero Guadagni:
Si avvicina
il 14 dicembre, giorno davvero decisivo: c’è il voto di fiducia del Parlamento; e
la pronuncia della Corte costituzionale sul legittimo impedimento, cioè sulla possibilità
di sospendere i processi per le più alte cariche dello Stato durante il loro mandato.
E così, nel terreno di battaglia della politica italiana non c’è davvero un minuto
di tregua. Battaglia alimentata anche dai documenti americani riservati pubblicati
dal sito Wikileaks e che per ora riguardano il presidente del Consiglio in carica.
L’era di Berlusconi è ormai alla fine, sostengono dall’opposizione Pd e Italia dei
valori. Mentre l’Udc di Casini, i finiani di Futuro e libertà e l’Api di Rutelli hanno
presentato ieri una mozione di sfiducia al Governo, raccogliendo 85 firme. Considerando
anche le altre mozioni di sfiducia, dovrebbero essere in tutto 317 i deputati contrari
a questo esecutivo. Governo che ormai non c’è più, commenta il presidente della Camera
Fini. Che spiega: non è vero che il Terzo Polo vuole fare patti con la sinistra. Fli
piuttosto vuole costruire il nuovo centrodestra. Una prospettiva inesistente, secondo
Berlusconi, convinto di uscire dal voto del 14 dicembre ancora con una maggioranza.
Altrimenti, dice, la strada è quella delle elezioni anticipate. Ma secondo Fini, dopo
il voto del Parlamento non ci sarà comunque il ritorno alle urne perché, sostiene
la terza carica dello Stato, Napolitano sa cosa deve fare. Una frase, quella di Fini,
che ha suscitato le reazioni del Pdl. Alcune anche scomposte, come quella del coordinatore
Verdini che ha espresso disinteresse politico per le prerogative del capo dello Stato,
nel senso che il centrodestra contesterà comunque un eventuale "ribaltone". Le parole
di Verdini sono duramente stigmatizzate dall’opposizione. Questa mattina tutti cercano
di smorzare i toni. Per Berlusconi sarebbe irresponsabile aprire ora la crisi. E il
capo dei deputati del Pdl Cicchitto conferma rispetto per Napolitano e apre a modifiche
della legge elettorale. Ieri sera, il Quirinale con una nota ufficiosa ma ferma aveva
ricordato che nessuna presa di posizione politica, di qualsiasi parte, può oscurare
il fatto che ci sono prerogative di esclusiva competenza del presidente della Repubblica.
Insomma, l’ultima parola sulla crisi parlamentare spetta al Capo dello Stato.