Costruire la pace tutelando la vita, l'ambiente e l'integrità sociale: così il Papa
all'ambasciatore della Costa Rica
La Costa Rica non smetta di insegnare ai propri giovani che il progresso del Paese
è possibile solo lottando contro la corruzione e la delinquenza, promuovendo leggi
che difendano la vita e la famiglia e e l’ambiente naturale. E’ il pensiero di fondo
del discorso rivolto questa mattina da Benedetto XVI al nuovo ambasciatore del Paese
centroamericano presso la Santa Sede, Fernando Felipe Sánchez Campos, ricevuto in
udienza per la presentazione delle Lettere credenziali. Il servizio di Alessandro
De Carolis:
Il vostro
è un Paese “dove la bellezza è fatta di montagna e di pianura, di fiumi e mare, di
aria e vento che danno impulso a un popolo ospitale, orgoglioso delle sue tradizioni”,
un popolo che per secoli ha accolto con favore il seme del Vangelo, germogliato “in
molte iniziative educative, sanitarie e di sviluppo umano”. Comincia in modo quasi
poetico l’analisi, in verità molto concreta, che Benedetto XVI fa della Costa Rica,
una delle tante nazioni di tradizione latinoamericana in cui retaggio cristiano e
fughe verso il relativismo dei valori costituiscono un nodo complesso da affrontare.
Essere cristiani, ha affermato il Papa, certamente insegna ai giovani costaricensi…
“…che,
in Cristo, il Figlio di Dio, l'uomo può sempre trovare la forza di lottare contro
la povertà, la violenza domestica, la disoccupazione e la corruzione, garantire la
giustizia sociale, il bene comune e il progresso di tutta la persona (…) In questo
contesto, l'autorità pubblica deve essere la prima a trovare ciò che va a vantaggio
di tutti, lavorando soprattutto come una forza morale che esalta la libertà e il senso
di responsabilità di ciascuno”.
Quello del Pontefice è un richiamo
alto a tutto ciò che di nobile e sacro può esservi nella valori civili e spirituali
di uno Stato e, insieme, un’esortazione anzitutto a chi gestisce la cosa pubblica
perché dia l’esempio di cosa voglia dire servizio al bene comune. “E' importante
– ha ripetuto Benedetto XVI - che le autorità non esitino…
“… a respingere
con fermezza l'impunità, la delinquenza giovanile, il lavoro minorile, l'ingiustizia
e il traffico di droga, promuovendo misure importanti come la sicurezza pubblica,
una formazione adeguata per i bambini e i giovani, con un’attenta considerazione per
i detenuti, un’efficace assistenza sanitaria per tutti, specialmente i più bisognosi
e gli anziani, e con programmi che consentano alle persone di ottenere un alloggio
e lavoro dignitosi”.
Immancabile l’invito del Papa alla difesa dei
valori-base, cominciando dalla salvaguardia della vita umana. Benedetto XVI ha accennato
alla firma del “Patto di San José”, nel quale – ha ricordato – “si riconosce esplicitamente
il valore della vita umana fin dal concepimento. E 'pertanto auspicabile che la Costa
Rica non violi i diritti del nascituro con leggi che legittimino la fecondazione in
vitro e l'aborto”. La famiglia, ha osservato poi, è “un'istituzione che sta soffrendo,
forse come nessun’altra”, i cambiamenti che stanno avvenendo nella società e nella
cultura, e tuttavia ciò non deve farle smarrire, ha detto, “la sua identità più autentica”
di centro di formazione dei giovani. L’ultimo tema toccato da Benedetto XVI ha riguardato
“l’alleanza tra l’uomo e l’ambiente”, quest’ultimo – come aveva riconosciuto all’inizio
il Papa – ben rigoglioso in tutta la Costa Rica:
“La difesa della
pace sarà inoltre agevolata con la cura dell'ambiente naturale, che sono realtà strettamente
correlate. A questo proposito, la Costa Rica (…) ha ottenuto buoni risultati nel preservare
l'ambiente e ricercare un equilibrio tra lo sviluppo umano e la conservazione delle
risorse (…) Con questo obiettivo, incoraggio tutti i costaricensi nel continuare a
sviluppare ciò che promuove il vero sviluppo umano in armonia con il creato, evitando
interessi spuri e incomprensioni su un argomento di tale importanza”.