"Città sicure": la sicurezza delle donne nelle zone urbane più povere e marginalizzate
Gli abusi sulle donne vanno avanti da secoli e spesso capita che si aspetti che una
donna venga uccisa prima di prendere il problema sul serio. A questo proposito - riferisce
l'agenzia Fides - il Fondo delle Nazioni Unite per lo sviluppo delle donne (Unifem),
ha recentemente lanciato una iniziativa per migliorare la sicurezza e il benessere
delle donne in cinque grandi città: New Delhi, India; il Cairo, Egitto; Quito, Ecuador;
Kigali, Ruanda, e Port Moresby in Papua Nuova Guinea. "Città sicure" è il nome di
questa iniziativa partita dai Programmi pilota già promossi in varie città dell'America
Latina, da Bogotà in Colombia a Rosario in Argentina e Santiago in Cile, e realizzati
dopo le proposte di organizzazioni delle società civili per una campagna globale sulla
sicurezza nelle città. Le popolazioni delle cinque città scelte sono aumentate esponenzialmente
negli ultimi cinquant'anni. Il Cairo e New Delhi, per esempio, sono passate rispettivamente
da 2,4 e 1,4 milioni a 17 e 19 milioni di abitanti. Questa crescita senza precedenti
ha determinato un intenso proliferare di baraccopoli urbane, rendendo il progetto
una necessità. Vi collaborano i comuni e gli enti locali per affrontare i casi più
gravi di stupro e abusi sessuali, ma anche quelli considerati comuni e addirittura
meno importanti. Ispirati dal successo del programma in Argentina, Guatemala, El Salvador,
Perù, Brasile, Cile e Colombia, Unifem e Onu Habitat stanno lavorando a stretto contatto
con i governi locali e i comuni per modificare il paesaggio urbano e renderlo più
sicuro per le donne e le ragazze, a cominciare con la messa in vigore delle misure
più elementari come migliorare l'illuminazione stradale, mettere in sicurezza le fermate
degli autobus, controllare le aree più affollate. (R.P.)