'Siamo in una situazione
terribile e stiamo rischiando la vita. Nove di noi sono stati picchiati selvaggiamente
e ora sono feriti. Altri hanno malori per la fame o per l'acqua salata che ci danno
da bere. Siamo incatenati, in condizioni gravissime, da tre giorni non mangiamo.
Venite a salvarci!'. E' l'appello lanciato oggi in diretta telefonica alla Radio Vaticana
da un ragazzo eritreo, uno dei 250 profughi nelle mani dei predoni nel deserto del
Sinai.I trafficanti d'uomini chiedono ottomila dollari a testa per liberarli.
Loro vorrebbero arrivare in Europa e chiedere asilo per poter vedere finalmente tutelati
i loro diritti. Un'altra tragedia dell'immigrazione che si consuma nell'indifferenza
della comunità internazionale. Ne abbiamo parlato con Don Mussie Zerai, responsabile
dell'agenzia Habeshia - che ci ha aiutato a contattare telefonicamente i profughi
- e con Cristopher Hein, direttore del Consiglio italiano dei rifugiati.