Trent'anni fa il barbaro eccidio di quattro missionarie di Maryknoll nel Salvador
Trent’anni fa, il 2 dicembre 1980, quattro missionarie cattoliche statunitensi di
Maryknoll venivano stuprate e uccise nel Salvador dagli squadroni della morte, al
servizio del regime salvadoregno. Il barbaro eccidio avveniva a pochi mesi dall’assassinio
dell’arcivescovo di San Salvador Oscar Arnulfo Romero, caduto sotto i colpi di proiettile
sparati da un sicario mentre celebrava la Messa. Per un ricordo di queste donne che
hanno dato la vita per i poveri in nome del Vangelo, ascoltiamo suor Patricia Murray,
della comunità di Maryknoll, intervistata da Philippa Hitchen:
R. – The
thing about them... Si trattava di persone comuni che hanno fatto delle
cose straordinarie e sono diventate così straordinarie. Tutte loro avevano un meraviglioso
senso dell’umorismo. Maura aveva origini irlandesi, amava danzare e ogni volta che
c’era una festa ballava una tipica danza irlandese. Ita era molto intelligente e analizzava
tutto con particolare acutezza. Le persone dicevano che Dorothy era “un’alleluja dalla
testa ai piedi”: era una persona molto gioiosa. Jean era giovane, entusiasta, impulsiva
a volte, ma era sempre molto attiva e le sembrava di non fare mai abbastanza per gli
altri: era davvero gentile.
D. – Ci dica qualcosa sul lavoro che stavano
facendo in Salvador…
R. – Given the situation... Data la situazione
- si viveva davvero in uno stato di guerra civile - si poteva fare molto e le sorelle,
che si trovavano a Chalatenango, lavoravano per i rifugiati: tentavano di trovare
i mezzi per le persone che volevano scappare da quella situazione, perché era molto
dura e c’erano molti scontri. C’è un detto africano che dice: “quando gli elefanti
combattono è l’erba che viene calpestata”. E questo è quello che stava succedendo
alle persone che vivevano in quella zona: erano loro a soffrire maggiormente. Jean
e Dorothy, in particolare, facevano anche un gran lavoro di educazione e di catechismo,
distribuivano il cibo.
D. – Erano passati inoltre solo pochi mesi dall’assassinio
dell’arcivescovo Oscar Romero. Queste donne quanto erano consce del pericolo in cui
vivevano?
R. – They knew they were in danger... Sapevano di
essere in pericolo, sapevano che la situazione era pericolosa. Avevano ricevuto minacce
di morte sulla porta di casa e alcune persone che stavano con i missionari di Maryknoll
in Salvador erano state uccise dagli squadroni della morte. Quindi, erano consapevoli,
ma allo stesso tempo erano anche molto pure, non pensavano di poter essere uccise.
La cosa peggiore che potevano pensare era quella di essere espulse.
D.
– Quindi, cosa pensa abbia reso possibile questo assassinio?
R. – I
don’t know, it was like... Non lo so! E’ stato come se il governo e i militari
si fossero drogati o qualcosa del genere! Uccidendo mons. Romero pochi mesi prima
l’hanno fatta franca. Quindi, hanno continuato a farlo e non hanno mai pagato per
questo. Le armi non hanno smesso di arrivare dagli Stati Uniti, anche se avevano ucciso
l’arcivescovo Romero, ed è solo quando queste donne americane sono state uccise che
le armi non sono più arrivate per circa due mesi. Poi, quando Reagan è diventato il
nostro presidente, è cominciato di nuovo il rifornimento di armi per questi gruppi
… così, non ci sono state conseguenze per loro.(ap)