2010-12-02 15:23:21

Mons. Tomasi all'Onu: contrastare gli streotipi sugli immigrati, risorsa non minaccia


Si devono rinnovare gli sforzi tesi a contrastare gli stereotipi sugli immigrati e ad invertire la tendenza che ignora il loro grande contributo. E’ quanto ha affermato l’osservatore permanente della Santa Sede presso l’Ufficio Onu di Ginevra, mons. Silvano Maria Tomasi, intervenendo martedì scorso alla 99.ma sessione del Consiglio dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni che si conclude oggi nella città elvetica. Il servizio di Amedeo Lomonaco:RealAudioMP3

Il perdurare della crisi economica ha provocato “un impatto negativo in molti settori della società”. Anche gli immigrati hanno pagato un “prezzo” che ha comportato, ad esempio, l’imposizione di “limiti nell’immigrazione legale, il rafforzamento dei controlli alle frontiere e il mancato rinnovo dei permessi di lavoro”. Si tratta di misure – fa notare mons. Silvano Maria Tomasi – che spesso sono state adottate in risposta a legittime preoccupazioni legate alla sicurezza ma anche in seguito a pressioni dell’opinione pubblica. In diversi casi – aggiunge il presule - si è anche venuta a creare “una percezione di rifiuto e di paura” ritenendo che gli immigrati possano rendere ancora più gravosa la competizione per il lavoro e diventare anche “una minaccia per la coesione nazionale”. “Un’immagine distorta degli immigrati – osserva poi l’arcivescovo Silvano Maria Tomasi - può influenzare l’azione politica”: una contraddizione evidente è quella che vede, da un lato, il mercato delle economie sviluppate ed emergenti alimentare una crescente domanda di lavoratori immigrati e, dall’altro, l’adozione di politiche di respingimento.

Le politiche pubbliche sul fenomeno dell’immigrazione nella prospettiva dei diritti umani spesso incontrano grande resistenza. Il presule sottolinea, quindi, che è necessario “rinnovare gli sforzi tesi a contrastare gli stereotipi”, spesso accentuati nell’attuale situazione economica. Si deve anche invertire “una tendenza che impedisce riforme legislative e ignora il grande contributo dei migranti”. La Chiesa – spiega poi mons. Silvano Maria Tomasi – ha raccolto numerose testimonianze di immigrati che non sono in grado di tornare nei loro Paesi. Molti di questi immigrati sono ‘intrappolati’ in una prospettiva senza futuro, non hanno “accesso ai diritti sociali di base” e vivono “nella costante paura di essere arrestati”. Per raggiungere risultati efficaci nella gestione delle migrazioni si deve dunque rafforzare “la cooperazione tra gli Stati”. Gravi fenomeni transnazionali, come il traffico di flussi immigratori irregolari, richiedono una migliore pianificazione globale. Questa collaborazione tra i Paesi – conclude il presule - diventa urgente per raggiungere l’obiettivo fondamentale di consentire ai migranti “di essere partner nello sviluppo economico” riconoscendo i loro diritti umani e il fatto che fanno parte della famiglia umana.

Sottolineando la centralità della cooperazione, l’osservatore permanente della Santa Sede presso l’Ufficio Onu di Ginevra ricorda infine il messaggio di Benedetto XVI per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato del 2011. “La Chiesa – scrive il Papa - non cessa di ricordare che il senso profondo di questo processo epocale e il suo criterio etico fondamentale sono dati proprio dall’unità della famiglia umana e dal suo sviluppo nel bene. Tutti, dunque, fanno parte di una sola famiglia, migranti e popolazioni locali che li accolgono, e tutti hanno lo stesso diritto ad usufruire dei beni della terra, la cui destinazione è universale”.







All the contents on this site are copyrighted ©.