L'Onu denuncia milioni di vittime tra i lavoratori domestici, oggetto di abusi e maltrattamenti
Tra le vittime più nascoste delle moderne forme di schiavitù sono i lavoratori domestici,
sottoposti ad abusi, maltrattamenti e violenze entro le mura delle case. A denunciarlo
è Gulnara Shahinian, relatrice speciale dell’Onu sulle forme contemporanee di schiavitù.
“I lavoratori domestici vittime di abuso – sia di natura fisica, emotiva o sessuale
– vengono effettivamente trattati come schiavi”, ha sottolineato Shahinian nel discorso
pronunciato ieri nella Giornata internazionale per l’abolizione della schiavitù. Questa
forma di schiavitù avviene tra le pareti domestiche di tutto il mondo e le vittime
rimangano in gran parte invisibili, ha aggiunto Shahinian, raccontando di aver “visto
donne sottoposte a condizioni di schiavitù sin dalla nascita”, di aver “parlato con
bambini ceduti a ‘famiglie adottive’, che poi li sfruttavano in maniera spietata come
schiavi domestici, invece di prendersi cura di loro e di educarli”, di aver “conosciuto
lavoratori autonomi migranti il cui sogno di guadagnare all’estero per sfamare le
proprie famiglie si è rivelato un incubo di sfruttamento e umiliazione”. Se il lavoro
domestico retribuito e rispettoso della dignità delle persone apporta un valido contributo
alla società, quando le persone e le famiglie hanno “la possibilità di raggiungere
un giusto equilibrio tra le proprie responsabilità professionali e personali”, questo
non deve farci dimenticare - ha sollecitato l’esperta Onu - che milioni di soggetti
vulnerabili affrontano una realtà diversa. La maggioranza delle vittime di abusi nel
lavoro domestico sono ragazze e donne, oltre che bambini, nonostante alcun minore
di 18 anni – ha rammentato la relatrice Onu - “deve vivere insieme al proprio datore
di lavoro domestico o lavorare all’estero in quanto lavoratore autonomo”. “Inoltre
dovrebbe essere vietato assumere minori che abbiano meno di 15 anni di età o che stiano
ancora completando il ciclo di istruzione obbligatoria nel caso cui questo possa interferire
con l’istruzione a cui tale gruppo ha diritto.” Negli ultimi anni, si è registrato
un forte aumento della migrazione di donne per lavori domestici tanto da divenire
uno dei fattori chiave per la femminilizzazione dei flussi migratori. A causa dell’aumento
della domanda di lavoro domestico da parte dei Paesi più ricchi, un’intera industria
del lavoro domestico migrante ha comportato forti disparità nel campo dei redditi
globali e delle agenzie di collocamento transnazionali. “I lavoratori domestici migranti
sono vulnerabili a farsi soggiogare perché si trovano spesso in condizioni di migranti
precari costretti a far fronte a vari pregiudizi”, ha affermato Shahinian. “Gli Stati
dovrebbero agire per ridurre l’invisibilità dello sfruttamento dei lavoratori domestici
emanando norme che vietino il lavoro domestico minorile, che permettano ai lavoratori
domestici di scegliere se vivere o meno con il proprio datore di lavoro e che regolino
ogni aspetto di tale lavoro: dal reclutamento, alla sistemazione sul posto di lavoro,
al lavoro domestico dei migranti”, ha sollecitato Shahinian. Le vittime della servitù
dovrebbero ricevere ogni forma di protezione necessaria al pari delle vittime di altri
crimini. In particolare, “Il personale diplomatico colto in flagrante a compiere
tali crimini dovrebbe essere privato delle proprie immunità e processato”, ha chiesto
Shahinian, esortando gli Stati ad impegnarsi per elaborare la Convenzione sul lavoro
dignitoso per i lavoratori domestici dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro.
(R.G.)