2010-12-02 14:36:25

L'Onu denuncia milioni di vittime tra i lavoratori domestici, oggetto di abusi e maltrattamenti


Tra le vittime più nascoste delle moderne forme di schiavitù sono i lavoratori domestici, sottoposti ad abusi, maltrattamenti e violenze entro le mura delle case. A denunciarlo è Gulnara Shahinian, relatrice speciale dell’Onu sulle forme contemporanee di schiavitù. “I lavoratori domestici vittime di abuso – sia di natura fisica, emotiva o sessuale – vengono effettivamente trattati come schiavi”, ha sottolineato Shahinian nel discorso pronunciato ieri nella Giornata internazionale per l’abolizione della schiavitù. Questa forma di schiavitù avviene tra le pareti domestiche di tutto il mondo e le vittime rimangano in gran parte invisibili, ha aggiunto Shahinian, raccontando di aver “visto donne sottoposte a condizioni di schiavitù sin dalla nascita”, di aver “parlato con bambini ceduti a ‘famiglie adottive’, che poi li sfruttavano in maniera spietata come schiavi domestici, invece di prendersi cura di loro e di educarli”, di aver “conosciuto lavoratori autonomi migranti il cui sogno di guadagnare all’estero per sfamare le proprie famiglie si è rivelato un incubo di sfruttamento e umiliazione”. Se il lavoro domestico retribuito e rispettoso della dignità delle persone apporta un valido contributo alla società, quando le persone e le famiglie hanno “la possibilità di raggiungere un giusto equilibrio tra le proprie responsabilità professionali e personali”, questo non deve farci dimenticare - ha sollecitato l’esperta Onu - che milioni di soggetti vulnerabili affrontano una realtà diversa. La maggioranza delle vittime di abusi nel lavoro domestico sono ragazze e donne, oltre che bambini, nonostante alcun minore di 18 anni – ha rammentato la relatrice Onu - “deve vivere insieme al proprio datore di lavoro domestico o lavorare all’estero in quanto lavoratore autonomo”. “Inoltre dovrebbe essere vietato assumere minori che abbiano meno di 15 anni di età o che stiano ancora completando il ciclo di istruzione obbligatoria nel caso cui questo possa interferire con l’istruzione a cui tale gruppo ha diritto.” Negli ultimi anni, si è registrato un forte aumento della migrazione di donne per lavori domestici tanto da divenire uno dei fattori chiave per la femminilizzazione dei flussi migratori. A causa dell’aumento della domanda di lavoro domestico da parte dei Paesi più ricchi, un’intera industria del lavoro domestico migrante ha comportato forti disparità nel campo dei redditi globali e delle agenzie di collocamento transnazionali. “I lavoratori domestici migranti sono vulnerabili a farsi soggiogare perché si trovano spesso in condizioni di migranti precari costretti a far fronte a vari pregiudizi”, ha affermato Shahinian. “Gli Stati dovrebbero agire per ridurre l’invisibilità dello sfruttamento dei lavoratori domestici emanando norme che vietino il lavoro domestico minorile, che permettano ai lavoratori domestici di scegliere se vivere o meno con il proprio datore di lavoro e che regolino ogni aspetto di tale lavoro: dal reclutamento, alla sistemazione sul posto di lavoro, al lavoro domestico dei migranti”, ha sollecitato Shahinian. Le vittime della servitù dovrebbero ricevere ogni forma di protezione necessaria al pari delle vittime di altri crimini. In particolare, “Il personale diplomatico colto in flagrante a compiere tali crimini dovrebbe essere privato delle proprie immunità e processato”, ha chiesto Shahinian, esortando gli Stati ad impegnarsi per elaborare la Convenzione sul lavoro dignitoso per i lavoratori domestici dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro. (R.G.)







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