2010-12-02 15:41:40

Kazakhstan. Nessun accordo al vertice Osce


Ad Astana, in Kazakhstan, i leader dei 56 paesi aderenti all’Osce non hanno raggiunto un accordo per rilanciare l’organizzazione. Il dibattito, però, si è anche incentrato sui cosiddetti 'conflitti congelati': quello russo-georgiano per l’Ossezia del Sud, quello armeno-azerbaigiano per il Nagorno-Karabak e quello moldavo-ucraino per la Transnistria. In particolare, a suscitare le reazioni dei rappresentanti russi è stato il concetto di integrità territoriale della Georgia. Sui motivi che hanno portato alle nuove tensioni tra Mosca e Tbilisi, dopo la guerra dell’estate 2008, Giada Aquilino ha intervistato Vittorio Strada, storico della cultura russa:RealAudioMP3

R. – E’ una questione che è sempre stata sul tappeto, dal momento che l’integrità territoriale della Georgia non c’è. Dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, sono stati rispettati i confini delle Repubbliche che vi facevano parte, al di là di ogni contenzioso. Nel caso della Georgia, due sue parti – l’Abkhazia e l’Ossezia del Sud – si sono rese autonome e dopo lo scontro di due anni fa sono diventate dei protettorati della Russia, con basi militari russe. Questo è il punto. La Georgia vuole ricostruire l’integralità del suo territorio e, allo stesso modo, si è comportata la Federazione russa quando la Cecenia minacciava di staccarsi: la forza con cui la Cecenia è stata ricondotta all’interno dei confini della Federazione russa ha dato alla Georgia, nonostante il tentativo fallito, la possibilità di rivendicare la sua sovranità su queste due parti, che sono appunto parti integranti del suo territorio.

D. – Ci sono altre ragioni strategiche che spingono questi Paesi ad avere attenzione verso le due entità, Abkhazia e Ossezia del Sud?

R. – Il problema è quello del rispetto dell’integrità territoriale. Certamente la Russia ha degli interessi militari molto forti nel mantenere le proprie basi militari nell’Abkhazia e nell’Ossezia del Sud, come anche interessi economici e politici, proprio di prestigio, di forza.

D. – C’è poi la questione del gas e dei gasdotti, peraltro al centro dei dossier rivelati da Wikileaks. Perché quell’area è così strategica?

R. – Tutta la zona del Caucaso è piena di tensioni dal punto di vista etnico e nazionale. E’ poi piena di enormi interessi economici proprio per via di questi gasdotti, che la Russia tende a tenere sotto il proprio controllo, per mantenere una sorta di monopolio dei rifornimenti di gas e di petrolio verso l’Europa occidentale. Quindi è contraria ad una diversificazione di condotti di queste materie prime preziose verso l’Occidente. La Georgia, invece, rientra in un’altra sfera di politica; fa la sua politica nazionale e quindi il contenzioso è multiplo. (vv)







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