Il Papa alla Messa di suffragio per Manuela Camagni: chi sta nella memoria di Dio
è vivo
Benedetto XVI ha celebrato stamani nella Cappella Paolina in Vaticano una Messa in
suffragio di Manuela Camagni, la Memor Domini della famiglia pontificia, scomparsa
tragicamente il 23 novembre scorso. Nell’omelia, il Papa ha ricordato con profonda
gratitudine la testimonianza di fede, saggezza e carità della laica consacrata e si
è soffermato su cosa significhi “memoria di Dio”. Una memoria, ha sottolineato, che
non guarda al passato, ma che è segno della presenza viva del Signore nella vita di
ogni uomo. Il servizio di Alessandro Gisotti:
“Nella
profondità del nostro essere è iscritta la memoria del Creatore”. Riprendendo San
Bonaventura, Benedetto XVI ha incentrato la sua omelia sul tema della memoria di Dio,
vissuta quotidianamente con gioia dalla Memor Domini, Manuela Camagni. Proprio perché
“questa memoria è iscritta nel nostro essere – ha detto il Papa – possiamo ricordarci,
vedere le Sue tracce” nel Creato. Una memoria, ha osservato, che “non è solo memoria
di un passato, perché l’origine è presente, è memoria della presenza del Signore”:
“E’
anche memoria del futuro, perché è certezza che veniamo dalla bontà di Dio e siamo
chiamati ad arrivare alla bontà di Dio. Perciò in questa memoria è presente l’elemento
della gioia, la nostra origine nella gioia che è Dio e la nostra chiamata ad arrivare
alla grande gioia. E sappiamo che Manuela era una persona interiormente penetrata
dalla gioia, proprio di quella gioia che proviene dalla memoria di Dio”.
Tuttavia,
avverte il Santo Padre, la nostra memoria, come la nostra esistenza, “è ferita dal
peccato”. La memoria di Dio è dunque “oscurata”, “coperta da altre memorie superficiali”
che non permettono di andare fino in fondo, fino alla vera memoria. Proprio a causa
di questo “oblio di Dio”, è la riflessione del Papa, anche la gioia è coperta, oscurata
e la cerchiamo perciò “in diversi luoghi”:
“Vediamo oggi questa ricerca
disperata della gioia che si allontana sempre più dalla sua vera fonte, dalla vera
gioia. Oblio di Dio, oblio della nostra vera memoria: Manuela non era di quelli che
avevano dimenticato la memoria, ha vissuto proprio nella viva memoria del Creatore.
Nella gioia della Sua creazione, vedendo la trasparenza di Dio in tutto il Creato,
anche negli avvenimenti quotidiani della nostra vita, ha compreso che da questa memoria
viene la gioia”.
In quanto Memor Domini, ha detto ancora il Papa,
Manuela sapeva che Dio è più forte della morte, è fonte di vita eterna:
“Dio
non è un Dio dei morti, è un Dio dei vivi e chi fa parte del nome di Dio, chi sta
nella memoria di Dio è vivo, anzi, noi uomini, con la nostra memoria possiamo conservare
solo purtroppo un’ombra delle persone che abbiamo amato. Ma la memoria di Dio non
conserva solo ombre, è origine di vita: qui vivono i morti, nella Sua vita e con la
Sua vita sono entrati nella memoria di Dio che è vita”.
Il Papa
ha concluso la sua omelia, sottolineando che nella liturgia rinnovata dopo il Concilio
Vaticano II, si canta l’ Alleluja anche nella Messa per i defunti. Noi, ha riconosciuto,
“sentiamo soprattutto il dolore della perdita, sentiamo l’assenza, il passato”. Ma,
ha aggiunto, la “liturgia sa che noi siamo nello stesso Corpo di Cristo” e viviamo
nella memoria di Dio:
“In questo incrocio della Sua memoria e della
nostra memoria siamo uniti, siamo vivi e preghiamo il Signore che sempre più possiamo
sentire questa comunione di memoria, che la nostra memoria di Dio in Cristo diventi
sempre più viva e così possiamo sentire che la nostra vera vita è in Lui e qui siamo
tutti insieme”.