2010-12-02 15:16:48

Il direttore del Fmi: la crisi in Europa è ancora forte, la ripresa stenta


La crisi in Europa “è ancora forte” e la ripresa “stenta”. Lo ha detto il direttore del Fondo monetario internazionale (Fmi), Dominique Strauss-Kahn, nel corso di una conferenza in India. Ha anche affermato che i prossimi direttori di Fmi e Banca mondiale non dovrebbero provenire nè dall'Europa nè dagli Stati Uniti. Fino ad oggi, in base ad un accordo informale, a guidare le due istituzioni internazionali sono stati americani ed europei. Proprio questa mattina, l’Eurostat ha diffuso i dati del Prodotto interno lordo (pil) nella zona Euro, che cresce dello 0,4% nel terzo trimestre e dell'1,9% su base annuale. Differenze notevoli, però, sono da segnalare tra la Germania, il cui il pil è salito dello 0,7%, e la Grecia, dove scende dell’1,1%. Per una lettura del fenomeno, Eugenio Bonanata ha intervistato l’economista Riccardo Moro:RealAudioMP3

R. – Il primo dato è sicuramente quello di un continente che ha molte differenze al proprio interno e che risponde con una certa fatica alla crisi. Il trend complessivo annuale di 1.9 è positivo, tuttavia inferiore a quello di altre aree del pianeta, in modo particolare a quello dei Paesi emergenti, ma anche quello dei Paesi a minor reddito.

D. – Quali sono le previsioni per il futuro?

R. – Le previsioni per i prossimi due anni segnalano un trend non così positivo per la Germania. Si prevede cioè un dato molto positivo dovuto fondamentalmente alle esportazioni tedesche ed un dato nel complesso un po' migliore per gli altri Paesi. Il che potrebbe farci pensare ad un equilibrio, una convergenza maggiore tra i Paesi. Detto in sintesi: la crisi non è finita - questi dati infatti lo dimostrano - però ci avviamo verso una risalita. Non velocissima ma verso una risalita, con delle differenze pesanti oggi e probabilmente con una maggiore uniformità domani.

D. – Qual è stata, fino ad ora, secondo lei, la risposta europea alla crisi?

R. – Sono un pò severo. Secondo me, soprattutto nei mesi scorsi, non c’è stata una buona risposta. I leader non hanno dimostrato quello che una volta si chiamava “senso dello Stato” – che serve tanto anche oggi – laddove dev’essere chiaro che per “Stato”, oggi, dobbiamo intendere Europa. Ci sono state delle gelosie – anche pesanti – abbiamo consentito che per sette mesi si parlasse della possibilità di uscire dall’euro e quindi di chiudere l’esperienza della moneta unica, quando sappiamo tutti che ad esempio non esiste clausola, nell’accordo che ha creato l’euro, che consenta di terminare quest’esperienza. Cioè: abbiamo parlato di una cosa che non esisteva.

D. – Ma chi ci ha guadagnato?

R. – Abbiamo fatto un regalo straordinario agli speculatori grazie alle lentezze con cui si è giunti, finalmente, a costituire uno strumento ordinario d’intervento nelle situazioni di crisi. Oggi, quello strumento c’è, lo si sta usando con l’Irlanda, è disponibile per il Portogallo ed eventualmente la Spagna, governi nazionali si stanno attrezzando per riforme che certamente comportano una fatica in termini di consenso politico ma mi sembra che si stia rispondendo meglio. Il fatto è che, onestamente, non sembra emergere, neanche dopo questi errori, una leadership con un’autorevolezza tale da permettere di catalizzare intorno a sé fiducia e consenso, sia dal punto di vista politico sia dal punto di vista finanziario.

Italia, la Camera sospende le sedute fino alla mozione di sfiducia del 14 dicembre
Niente sedute alla Camera, in Italia, dalla prossima settimana fino al 13 dicembre: lo ha deciso la Conferenza dei capigruppo di Montecitorio, che annuncia che dopo il dl sicurezza l'Aula tornerà a riunirsi non prima della data prevista per la presentazione della mozione di sfiducia al governo. È passata, dunque, la richiesta avanzata dal Pdl. Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, ha detto che “in pendenza di una mozione di sfiducia non è opportuno che in Aula si affrontino questioni delicate, in quanto prevale la questione di carattere generale”. Secondo Cicchitto, la scelta “è politica e deriva dalla delicatezza dell'attuale momento politico”. L'opposizione ha protestato per la scelta, “determinata da ragioni politiche”, avendo proposto di proseguire con il calendario dei lavori inizialmente fissato. Intanto, dopo la riunione che si è tenuta questa mattina tra i leader di Fli, Udc e Api, Francesco Rutelli, dell’Api, assicura che “c’è una convergenza ampia e solida”.

Gigantesco incendio sulle pendici del Monte Carmelo: decine di morti
Un gigantesco incendio è scoppiato sulle pendici del monte Carmelo, nel nord di Israele, causando almeno 40 morti. L'incendio sta distruggendo centinaia di ettari di bosco, interessando anche le aree abitate. Vigili del fuoco e polizia hanno imposto lo sgombero degli abitanti da alcuni centri, come il kibbutz Bet Oren e un grande albergo nelle vicinanze. L'episodio più grave ha interessato lo sgombero dei detenuti da una prigione nell'area minacciata dai roghi. Il bus su cui viaggiavano è stato travolto dalle fiamme. Si ignorano le cause dell'incendio, che sembra sia scoppiato in diversi punti. Non si esclude una matrice dolosa.

Due palestinesi uccisi nella Striscia di Gaza
Due palestinesi sono stati uccisi la scorsa notte dal fuoco di soldati israeliani nella Striscia di Gaza, mentre stavano cercando di collocare esplosivi accanto al reticolato di confine con Israele. Lo ha riferito la radio pubblica israeliana. In Cisgiordania, intanto, l'annuncio dell'approvazione di un nuovo piano di costruzione di 625 nuovi alloggi a Pisgat Zeev, un insediamento ebraico nella periferia di Gerusalemme est, ha suscitato oggi una dura reazione dell'Autorità nazionale palestinese (Anp), che ha accusato Israele di non essere interessato ai negoziati di pace diretti. Per la ripresa di questi ultimi, i palestinesi chiedono una moratoria di tutti gli insediamenti in tutti i territori che essi rivendicano. L'assenso dato al piano da parte della Commissione per l'edilizia e la progettazione urbana del municipio di Gerusalemme è un segnale che Israele non vuole e non è pronto a un accordo che permetta la ripresa dei negoziati, ha detto una fonte dell'Anp. Pisgat Zeev si trova in Cisgiordania, ma in territorio che Israele, assieme ad altre aree, ha annesso all'area municipale di Gerusalemme dopo l'occupazione del settore orientale della città nel conflitto del 1967. La comunità internazionale non riconosce l'annessione israeliana e nemmeno lo status di Gerusalemme come capitale di Israele.

Ancora un soldato Isaf ucciso in Afghanistan, il terzo in 48 ore
Un secondo soldato della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf, sotto comando Nato) è morto oggi in Afghanistan, portando a tre il numero dei decessi nelle prime 48 ore di dicembre. Lo riferisce la stessa Isaf a Kabul. Il militare è morto nel sud del Paese, in seguito a un attacco degli insorti. Sono 673 le vittime militari straniere in Afghanistan dall'inizio del 2010.

Prosegue la mobilitazione per evitare la pena di morte per Tareq Aziz
Grazia per Tarek Aziz, nel pieno rispetto delle autorità irachene e con l'unico obiettivo di “salvaguardare la vita umana”. È questa la richiesta consegnata oggi nelle mani dell'ambasciatore iracheno a Roma, Saywan Barzani. Una battaglia contro la pena di morte, che il rappresentante diplomatico, di principio, condivide, anche se il suo popolo, assicura, non è ancora pronto ad un tale cambiamento. Barzani assicura che il presidente della Repubblica iracheno, Talabani, come lui è “contrario alla pena di morte” e che l'istanza, voluta dal figlio di Aziz e consegnata oggi dall'avvocato Remo Di Martino, verrà girata alle “più alte autorità “ a Baghdad.

Cina, poche speranze per i minatori intrappolati in una miniera a Xiangtan
Sono poche le speranze di trovare in vita i sette minatori che da martedì scorso sono intrappolati nel fondo di una miniera a Xiangtan, nella provincia centrale cinese dell'Hubei. Secondo quanto riferisce l'agenzia Nuova Cina, oltre all'acqua che i soccorritori stanno cercando di pompare fuori, stamattina un crollo nella miniera sta complicando le operazioni di soccorso. Secondo i soccorritori, il livello di ossigeno nel cunicolo nel quale sono intrappolati i minatori è sceso a causa del crollo e c'è la concreta possibilità che i minatori siano rimasti soffocati. In ogni caso, sono state azionate ancora più idrovore e chiamate altre squadre che stanno cercando di aprire varchi nel luogo del crollo.(Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 336

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