2010-12-02 14:35:02

Francia. Le conclusioni della Settimana sociale: il futuro è vivere insieme


Domenica scorsa si è conclusa a Parigi, l’85.ma edizione delle settimane sociali di Francia, dal tema “ Migranti, un futuro da costruire insieme”. Il presidente Jerome Vignon ha posto l’accento sulla necessità di modificare l’opinione generale sull’immigrazione, fatta principalmente di stereotipi dettati da diffidenze e paure, e di guardare lontano, situando la questione nel lungo periodo e invitando a considerare l’integrazione dell’altro, del diverso, come un processo inevitabile. “Non bisogna riflettere soltanto sul futuro dei migranti nel nostro Paese ma anche sul futuro del nostro Paese con i migranti, in un mondo, come quello di domani, caratterizzato molto probabilmente dalla crescita delle mobilità e degli scambi e dall'importanza delle appartenances ouvertes, fondate su una cultura dell'accoglienza nei confronti dello straniero”. L'immigrazione in Francia — ha detto il responsabile citando le statistiche mostrate all'assemblea da François Héran, direttore dell'Istituto nazionale di studi demografici — è “un'infusione lenta ma regolare, oltre che antica”. Alla lunga trasformerà e consoliderà la società in maniera profonda e pertanto è necessario vedere nell'immigrazione una risorsa che “ci aiuta a vivere il presente come promessa di un futuro migliore”. Questo discorso non vale solo per la Francia ma per tutta l'Europa, alle prese con un processo planetario di mobilità che la coinvolge: lontano dall'essere una nuova invasione (Héran ha mostrato che dei milioni di persone che ogni giorno nel mondo attraversano le frontiere, i migranti sono solo 1 su 400), tale processo prepara la strada a una ripresa dello sviluppo delle nazioni del sud, Africa compresa. È dunque controproducente per l'Europa ignorare o, peggio, contrastare il bisogno di emigrazione dei Paesi in via di sviluppo. Meglio sarebbe — ha detto Vignon — assecondare questa prospettiva, cominciando a pensare ad una politica di regolazione dei flussi migratori meglio coordinata e soprattutto proporzionata alla crescita economica delle nazioni interessate. Il presidente al riguardo chiede ai senatori di migliorare il progetto di legge Besson sull'immigrazione, l'integrazione e la nazionalità, già adottato dall'Assemblea nazionale il 12 ottobre scorso, nel suo intervento di chiusura ha auspicato che tutta la società partecipi al successo di quello che viene definito il “modello di integrazione alla francese”. Un modello, sia chiaro, che è ancora in evoluzione e che deve prevedere, fra l'altro, una piena osmosi culturale con la folta comunità musulmana, come ricordato anche dall'antropologa Dounia Bouzar, esperta di Islam. L’osservatore Romano rende noto che nella sua conclusione, il presidente delle Settimane sociali ha dichiarato che la Francia, ha bisogno di una “conferenza nazionale del vivere insieme” che riunisca imprese, strutture educative e sociali, istituzioni caritative, rappresentanti di Chiese e religioni e in questa sede i cristiani insieme a ebrei e musulmani “potrebbero rendere conto di un impegno, quello del dialogo interreligioso, antidoto prezioso contro tutti i fondamentalismi”. (C.P.)







All the contents on this site are copyrighted ©.