India: la Chiesa in prima fila nella lotta all’Aids
Il recente rapporto dell’Unaids afferma che l’India è sulla via di invertire la diffusione
dell’Aids nel Paese. “In India c’è stato un declino di quasi il 50% in nuovi casi
di infezione Hiv nell’ultima decade. I numeri sono scesi da 240 mila a 120 mila” ha
detto il dott. Charles Gilks, coordinatore di Unaids per l’India. Il rapporto suggerisce
che l’epidemia di Aids è stata bloccata e che l’India è fra i pochi Paesi che abbiano
ottenuto un calo significativo nei tassi di nuove infezioni da Hiv. Globalmente -
riferisce l'agenzia AsiaNews - le nuove infezioni da Hiv sono cadute del 20 per cento
nell’ultima decade mentre le morti dovute all’Aids sono scese negli ultimi cinque
anni del 20%. A questi risultati contribuisce anche il poderoso impegno della Chiesa
cattolica indiana. L’arcivescovo di Agra, mons. Albert D’Souza, in un’intervista esclusiva
all'agenzia AsiaNews ha detto: “La Chiesa cattolica in India è determinata ad aiutare
le persone colpite dall’Hiv e dall’Aids. La Chiesa cattolica in India, è ‘sui passi
di Gesù, il medico divino’. La nostra chiesa è impegnata intensamente nello sforzo
nazionale di risposta all’Aids e il suo è fra i contributi maggiori nel facilitare
l’accesso alla prevenzione, alla cura, all’appoggio dei malati e a ogni tipo di trattamento.
E’ un’opera che si svolge attraverso la ‘Coalizione per l’aids e le malattie collegate’
della Conferenza episcopale indiana (Cbci). La Cbci grazie alla sua commissione sanitaria
è coinvolta nel Progetto di accesso alla cura e al trattamento (Pact) sponsorizzato
dal Fondo globale sin dal giugno 2007. Questo è stato fatto come espressione concreta
della politica dei vescovi in relazione all’Hiv e all’Aids: ‘Impegno per la compassione
e la cura’. Oltre 150 istituzioni cattoliche in tutto il Paese sono coinvolte in questi
programmi, e di queste 86 sono Centri di cura specializzati. Abbiamo persone preparate
in questo campo, che aiutano i malati mettendo attenzione alla dignità della persona.
E abbiamo anche dei rifugi speciali per bambini malati di Hiv e Aids, dove oltre alle
cure, l’istruzione e la riabilitazione sono una priorità”. Mons. D’Souza ha poi aggiunto:
“Tristemente le persone malate di Hiv sono stigmatizzate, e subiscono una discriminazione
che è ingiusta, non etica e inumana. Nelle organizzazioni cattoliche sparse in tutta
l’India la Chiesa considera una missione speciale quella di fornire una cura piena
di misericordia e compassione per alleviare la vita dei malati, oltre a prendere misure
concrete per evitare la diffusione del morbo”. (R.P.)