2010-11-30 14:22:36

Honduras: preoccupazione della Chiesa per il clima di scontro e violenza verbale


Mons. Juan José Pineda, vescovo ausiliare di Tegucigalpa, in Honduras, domenica scorsa durante la Messa celebrata nella cattedrale, ha lanciato un accorato appello, alla società, alle autorità, al popolo e ai mezzi di comunicazione del Paese, affinché ognuno, nel proprio ambito, contribuisca a migliorare il clima sociale della nazione centroamericana fortemente polarizzato. Il presule, in concreto ha chiesto a tutti, senza eccezione, un “maggiore sforzo per abbandonare qualsiasi forma di aggressione”. Ogni azione violenta, fisica o verbale, ha osservato il vescovo “deve essere sradicata subito dai nostri cuori” per creare le condizioni di cui “tutti abbiamo bisogno: pace, fratellanza, comunione, rispetto e cura della dignità della persona umana”. “Ci sono tra noi troppe armi”, ha spiegato mons. Pineda, che però ha precisato: “Esistono diversi modi di aggredire un fratello e ciò non accade solo usando i fucili e il machete, oppure una granata. Anche le parole possono essere violente. E’ triste dover riconoscere che tra noi ci sono troppe forme per aggredire e uccidere”, ha osservato il presule. Il vescovo ausiliare di Tegucigalpa ha ricordato anche che “il silenzio, per complicità o ignoranza, così come uno sguardo malintenzionato o una parola fuori luogo, possono essere modalità di aggressione. Perciò, ha concluso, nei nostri cuori occorre piantare il seme della autocritica e soprattutto imparare ad agire con apertura e amore nei confronti dell’altro”. Mons. Pineda non ha fatto riferimento diretto a quanto è accaduto nella capitale honduregna alcuni giorni fa, e cioè alle aggressioni verbali da parte di un centenario di sostenitori dell’ex presidente Zelaya contro il cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga, arcivescovo della capitale, in occasione della consacrazione di una nuova chiesa in località “Óscar A. Flores”. Il gesto irresponsabile e scalmanato è stato condannato da tutti, fuori e dentro del Paese, e da più parti si sono levati voci per chiedere di abbassare i toni e riportare la vita del Paese all’interno della convivenza civile, pacifica e rispettosa di tutti. (A cura di Luis Badilla)







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