2010-11-29 14:26:58

Tempesta Wikileaks. L'Onu agli Usa: Nazioni Unite inviolabili


Imbarazzo a Washington per la pubblicazione, da parte del sito internet Wikileaks, di migliaia di documenti riservati, che rivelano i giudizi inconfessati della diplomazia statunitense su molti leader mondiali, e svelano delicati retroscena internazionali. Tra i più sensibili, quello che riguarda il tentativo di spionaggio, da parte delle Cia, della leadership delle Nazioni Unite. Immediata la reazione del Palazzo di Vetro che, in una dichiarazione del portavoce Farhan Haq, ha ricordato agli Usa che le Nazioni Unite devono essere considerate inviolabili. Il portavoce del governo tedesco, invece, ha sottolineato che le relazioni tra Washington e Berlino sono "forti e solide e non sono messe a rischio in nessun modo dalle pubblicazioni" dei documenti di Wikileaks. Da New York, ci riferisce di Elena Molinari:RealAudioMP3

Contengono le comunicazioni riservate dalle ambasciate americane al Dipartimento di Stato e viceversa. Come, ad esempio, l’ordine dato da Washington ai diplomatici americani di carpire come spie i segreti e le intenzioni sia del segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon che dei diplomatici stranieri al Palazzo di Vetro. Dalla prima tranche di files spicca però una forte preoccupazione internazionale per l’Iran e per il suo presidente. E’ emerso ad esempio un piano americano per spingere i sauditi a offrire una costante fornitura di petrolio alla Cina in modo da liberare Pechino dalla dipendenza energetica nei confronti dell’Iran. Nei documenti compare anche un piano per togliere l’uranio arricchito al Pakistan e per formare una Corea riunita facilitando il collasso del regime del nord. La divulgazione del materiale ha provocato forte imbarazzo per Washington e per molti dei Paesi interessati, ed è stata condannata dalla Casa Bianca e dal Pentagono come un atto irresponsabile che mette a rischio la vita dei diplomatici che lavorano in Paesi dittatoriali e dei loro interlocutori.

Per un commento sull’importanza strategica dei dati pubblicati da Wikileaks Salvatore Sabatino ha chiesto un commento a Fernando Fasce, docente di Storia degli Stati Uniti all’Università di Genova:RealAudioMP3

R. - C’è da considerare che, come notavano il “Guardian” ed anche la stessa “Herald Tribune” questa mattina, sono dati riservati, anche se ci sono almeno tre milioni di americani che questi dati li conoscono e li gestiscono. Il secondo elemento su cui riflettere riguarda il fatto che erano state date delle anticipazioni sui contenuti di queste informazioni e di questi dati. E’ chiaro che si potranno creare degli imbarazzi, però è altrettanto chiaro che questo fatto ribadisce l’importanza di una politica estera ispirata all’apertura; si tratta di un fatto importante. Un fatto al quale la democrazia non può rinunciare.

D. - Dai file pubblicati emerge che gli Stati Uniti stanno guardando molto all’Asia e poco, invece, all’Europa. Questo conferma che l’asse strategico di Washington, almeno per quanto riguarda la politica internazionale, si è spostato verso Oriente…

R. - Sì, non c’è nessun dubbio. Abbiamo visto, ancora recentemente, la dichiarazione di Obama relativa alla Nato, all’Europa, al re-insaldamento dei vincoli e delle relazioni con il “vecchio continente”; anche se sono appena tornato dagli Stati Uniti, dopo un mese di studio, ed ho potuto osservare direttamente che lo sguardo dell’amministrazione americana in questo momento si rivolge verso l’Asia. E’ proprio questo l’asse di riferimento: ormai ci sono orientamenti consolidati di riflessione e di studio sotto questo profilo.

D. - E quell’Asia vuol dire innanzitutto la Cina, con cui c’è stato un riavvicinamento negli ultimi periodi. Questi file possono incrinare dei rapporti che, per anni, sono stati già abbastanza tesi?

R. - Il problema è la sottile dialettica che c’è nella politica estera fra il segreto e l’ufficialità delle informazioni. Non credo che il tipo di relazioni che si sono costruite nel tempo, la forte interdipendenza economica e le dinamiche geopolitiche che ci sono tra Stati Uniti e Cina possano venire sostanzialmente incrinate da rivelazioni di questo tipo.

E durissima – come abbiamo sentito – è stata la reazione della Casa Bianca, che ha parlato di “azione sconsiderata”. Ma quali ricadute concrete può avere per Washington la pubblicazione di dati così riservati? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Fulvio Scaglione, vice-direttore di Famiglia Cristiana:RealAudioMP3

R. - Per Washington in quanto tale credo che le ricadute non possano essere, alla fine, così drammatiche. Potrebbero essere invece molto più imbarazzanti o, addirittura, pericolose per i Paesi alleati di Washington. Penso, per esempio, a tutti i piccoli Paesi arabi che chiedevano con insistenza a Washington il bombardamento dell’Iran e delle sue strutture nucleari. Per Washington, in sé e per sé, considerata anche l’operazione di ammorbidimento che Hillary Clinton ha condotto nei giorni scorsi, penso che le conseguenze non saranno drammatiche.

D. - Ora la diplomazia americana dovrà, ovviamente, dare qualche spiegazione…

R. - Gli Stati Uniti, alla fine, sono sempre gli Stati Uniti. Emerge qua e là qualche verità imbarazzante, qualche tono che certamente non può far piacere a nessuno ma credo che se leggessimo la corrispondenza delle ambasciate di altri Paesi, magari a proposito di Barack Obama, leggeremmo cose altrettanto imbarazzanti. Credo che le diplomazie internazionali siano abituate a queste cose e che tutto finirà in una bolla di sapone. (vv)







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