Le iniziative del Coe in occasione della XVI Conferenza sul clima a Cancun
Una celebrazione interreligiosa, il 4 dicembre, un incontro sugli aspetti teologici
della battaglia in difesa del clima, il 7 dicembre, e un appello finale ai governanti
della Terra a non rimandare ulteriormente misure concrete contro il riscaldamento
globale, il 10 dicembre. Sono le tre iniziative promosse dal Consiglio ecumenico delle
Chiese (Coe) in concomitanza con la XVI Conferenza delle parti della Convenzione quadro
delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Cop 16), ospitata quest’anno a Cancun,
in Messico, dal 29 novembre al 10 dicembre. Al summit, che riprenderà le questioni
lasciate in sospeso dal deludente vertice di Copenhagen del 2009 (conclusosi con un
nulla di fatto), il Coe parteciperà con una delegazione di 14 persone che faranno
sentire la voce delle Chiese cristiane del mondo, in particolare sul dovere della
salvaguardia del Creato e di proteggere le persone più vulnerabili e più esposte agli
effetti del surriscaldamento globale. “Il nostro auspicio – ha dichiarato il responsabile
del programma del Coe sui cambiamenti climatici Guillermo Kerber - è che la conferenza
possa raggiungere un accordo sulla condivisione delle tecnologie, sulle misure di
riduzione e di adattamento ai cambiamenti climatici e sugli strumenti necessari a
ridurre le emissioni dei gas serra per limitare a 1,5 gradi centigradi l’aumento della
temperatura globale”. Della delegazione del Coe farà parte anche Mohammad Abdus Sabur
della “Asian Muslim Action Network” (Rete di Azione musulmana dell’Asia - Aman) che
esporrà il punto di vista musulmano sul problema dei cambiamenti climatici. In questi
ultimi anni la comune volontà di affrontare il problema del riscaldamento globale
è diventato un importante terreno di collaborazione interreligiosa e un recente colloquio
islamo-cristiano organizzato dal Coe a Ginevra e che ha visto riuniti alti esponenti
cristiani e musulmani, l’ha definito una “preoccupazione maggiore” per le due religioni.
(L.Z.)