Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della prima Domenica di Avvento
Nella prima Domenica del tempo di Avvento, il Vangelo presenta il brano di Luca nel
quale Gesù parla con i discepoli della seconda venuta del Figlio dell’uomo e degli
segni che la precederanno, sconvolgendo la terra e le “potenze dei cieli”. E afferma:
“Quando
cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra
liberazione è vicina”.
Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento
del carmelitano padre Bruno Secondin, docente di Teologia spirituale alla Pontificia
Università Gregoriana:
Ricomincia
l’anno liturgico domani: entriamo nell’Avvento, che è come la soglia attraverso la
quale ritroviamo la via ai grandi eventi della salvezza. “È ormai tempo di svegliarvi!”,
grida Paolo nella lettera ai Romani. Anche Gesù ribadisce: “Vegliate! Tenetevi pronti!”.
Vale a dire, scrutate se all’orizzonte ci sono segnali di Colui che attendiamo, e
che arriverà senza preannuncio. Se il cuore attende e ci si tiene pronti, amando e
sognando il momento dell’incontro, la vita non sarà vuota, ma fermentata dalla promessa
e dal desiderio, e tutto si rinnova di continuo.
Al contrario capitò
con i contemporanei di Noè: vivevano una quotidianità senza mete e “non si accorsero
di nulla”, quando apparve il giudizio decisivo di Dio. Una esistenza inconsapevole
per alcuni, per altri invece cadenzata da una coscienza vigile, che ha fatto la differenza.
“Cercate di capire questo”, invita Gesù: cioè di passare dalla non consapevolezza
al desiderio del cuore che tutto orienta e fermenta. L’Avvento proprio a questo invita:
tenersi pronti, perché aspettiamo qualcuno. E perché Qualcuno è in attesa di noi,
e ci viene a cercare sempre di nuovo.