2010-11-26 15:48:35

Terra Santa: incontro interreligioso presso il Centro internazionale Domus Galilaeae


Oltre 200 esponenti di diverse confessioni religiose della Terra Santa si sono confrontati ieri durante l’incontro interreligioso tenutosi presso il Centro internazionale Domus Galilaeae, a Corazin sul Lago di Tiberiade. Per conoscere lo spirito che ha animato i colloqui Marco Guerra ha raccolto la testimonianza di don Rino Rossi, responsabile della Domus Galilaeae:RealAudioMP3

R. – E’ un incontro che in Israele si ripete già da alcuni anni: si riuniscono tutti i capi, tutti i responsabili delle religioni più importanti per creare uno spirito di unità e anche di collaborazione per una convivenza più facile, più gestibile all’interno dello Stato di Israele. E’ stato un momento significativo: c’erano i maggiori rabbini di Israele, i due rabbini capo di Gerusalemme, i più importanti capi musulmani e drusi; c’erano anche l’arcivescovo greco-cattolico della Galilea e i vescovi latini, mons. Giacinto-Boulos Marcuzzo e mons. William Shomali … eravamo circa 200 persone. E’ stata molto interessante l’atmosfera che è venuta a crearsi. Si è parlato nelle varie lingue: arabo, ebraico, inglese. Negli interventi si è insistito sull’importanza di creare un ambiente di pace, di comunione, per considerarsi fratelli e rispettarsi ciascuno nella propria diversità. Penso che l’incontro abbia aiutato molto per una convivenza più facile e più gestibile qui in Terra Santa.

D. - Incontri come questi alimentano sicuramente lo spirito di convivenza e fratellanza fra le popolazioni della Terra Santa. Ma c’è un messaggio in particolare che si è voluto lanciare ai responsabili politici che reggono le sorti di questa terra?

R. – Non si è voluto lanciare alcun messaggio. Lo scopo dell’incontro era imparare a conoscersi perché spesso quando non ci si conosce si rischia di cadere nei pregiudizi. Ad esempio, lo stare insieme in questo incontro: si sono tenuti diversi circoli minori in diversi ambienti della casa e lì si è potuto conversare, parlare … La cosa più importante è vedersi, stare insieme, parlarsi e anche mangiare insieme!

D. - I cristiani in Medio Oriente continuano a vivere in condizioni di dura marginalità e di pesantissima discriminazione in alcune terre come l’Iraq. Cosa possono fare i leader religiosi per far sì che si torni a vivere in pace e favorire la convivenza tra i fedeli delle diverse religioni?

R. – La Terra Santa è proprio la culla dell’ebraismo, della nostra fede cristiana e dell’islam. Penso che il fatto che queste tre religioni si possano incontrare, possano dialogare e condividere la loro esperienza potrà avere un riflesso non solamente qui in Israele, ma anche in tutto il mondo. Penso che se ogni religione e, nello specifico, il cristianesimo tornasse veramente alle sue radici e riprendesse la sua missione - come si è insistito nel Sinodo per il Medio Oriente - noi potremmo veramente favorire una convivenza fondata sull’amore e sul rispetto vicendevoli. (bf)







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