2010-11-26 14:45:00

Siate giornali della gente servendo la verità con coraggio: così il Papa ai settimanali cattolici


In un'epoca che guarda alla verità con scetticismo, le testate giornalistiche di ispirazione cattolica sappiano presentare le “ragioni della fede” al di là di ogni steccato ideologico. E’ l’auspicio che Benedetto XVI ha espresso questa mattina nel ricevere in udienza una folta delegazione della Federazione italiana dei settimanali cattolici. Siate, ha detto loro il Papa, “giornali della gente” capaci di informare ma anche di formare ai valori del Vangelo. Il servizio di Alessandro De Carolis:RealAudioMP3

“Lievito” che fa fermentare il buono che c’è nella società, “palestra” che ospita dibattiti leali, “efficace cassa di risonanza” dei valori e della fede che la Chiesa porta ogni giorno nelle realtà umane. E’ a questo identikit che ogni testata cattolica, di qualsiasi livello, dovrebbe conformarsi, secondo le convinzioni di Benedetto XVI. Di fronte alle 300 persone presenti in Sala Clementina, in rappresentanza delle 188 testate iscritte alla Federazione italiana dei settimanali cattolici, il Papa ha per prima cosa ribadito la “funzione peculiare” dei giornali di ispirazione cattolica:

“Annunciare la Buona Novella attraverso il racconto dei fatti concreti che vivono le comunità cristiane e delle situazioni reali in cui sono inserite. Come una piccola quantità di lievito, mescolato con la farina, fa fermentare tutto l’impasto, così la Chiesa, presente nella società, fa crescere e maturare ciò che vi è di vero, di buono e di bello; e voi avete il compito di dare conto di questa presenza, che promuove e fortifica ciò che è autenticamente umano e che porta all’uomo d’oggi il messaggio di verità e di speranza del Signore Gesù”.

Tra i presenti, il Papa ha ringraziato in modo particolare i direttori dell’Avvenire e dell’agenzia Sir, entrambi organi d’informazione dei vescovi italiani. E con loro tutti i rappresentanti dei settimanali diocesani e di vari altri media della stampa che con il loro lavoro, ha riconosciuto il Pontefice, svolgono in Italia “il prezioso compito di far conoscere l’attività e l’insegnamento della Chiesa”. Un lavoro, ha osservato, che l’attuale “contesto della post-modernità” ha trasformato in una “sfida” sul modo di intendere la verità:

“La cultura dominante, quella più diffusa nell’areopago mediatico, si pone, nei confronti della verità, con un atteggiamento scettico e relativista, considerandola alla stregua delle semplici opinioni e ritenendo, di conseguenza, compossibili e legittime molte ‘verità’”.

Al fianco della Chiesa, che annuncia all’uomo che esiste una verità più grande, le testate cattoliche – ha affermato il Papa – sono chiamate "a servire con coraggio la verità” davanti all’opinione pubblica, con uno stile ben preciso:

“Si tratta di presentare le ragioni della fede, che, in quanto tali, vanno al di là di qualsiasi visione ideologica e hanno pieno diritto di cittadinanza nel dibattito pubblico. Da questa esigenza nasce il vostro impegno costante a dare voce ad un punto di vista che rispecchi il pensiero cattolico in tutte le questioni etiche e sociali”.

Ricordando che non può esservi un buon giornalista cattolico che non coltivi “un legame costante e profondo con Cristo”, Benedetto XVI ha terminato l’udienza esortando la Federazione a informare con puntualità “sulle vicende che segnano il cammino delle comunità, sul loro vissuto quotidiano, sulle tante iniziative caritative e benefiche che esse promuovono”:

“Continuate ad essere giornali della gente, che cercano di favorire un dialogo autentico tra le varie componenti sociali, palestre di confronto e di dibattito leale fra opinioni diverse. Così facendo, i giornali cattolici, mentre adempiono l’importante compito di informare, svolgono, al tempo stesso, una insostituibile funzione formativa, promuovendo un’intelligenza evangelica della realtà complessa, come pure l’educazione di coscienze critiche e cristiane”.







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