Siate giornali della gente servendo la verità con coraggio: così il Papa ai settimanali
cattolici
In un'epoca che guarda alla verità con scetticismo, le testate giornalistiche di ispirazione
cattolica sappiano presentare le “ragioni della fede” al di là di ogni steccato ideologico.
E’ l’auspicio che Benedetto XVI ha espresso questa mattina nel ricevere in udienza
una folta delegazione della Federazione italiana dei settimanali cattolici. Siate,
ha detto loro il Papa, “giornali della gente” capaci di informare ma anche di formare
ai valori del Vangelo. Il servizio di Alessandro De Carolis:
“Lievito”
che fa fermentare il buono che c’è nella società, “palestra” che ospita dibattiti
leali, “efficace cassa di risonanza” dei valori e della fede che la Chiesa porta ogni
giorno nelle realtà umane. E’ a questo identikit che ogni testata cattolica, di qualsiasi
livello, dovrebbe conformarsi, secondo le convinzioni di Benedetto XVI. Di fronte
alle 300 persone presenti in Sala Clementina, in rappresentanza delle 188 testate
iscritte alla Federazione italiana dei settimanali cattolici, il Papa ha per prima
cosa ribadito la “funzione peculiare” dei giornali di ispirazione cattolica:
“Annunciare
la Buona Novella attraverso il racconto dei fatti concreti che vivono le comunità
cristiane e delle situazioni reali in cui sono inserite. Come una piccola quantità
di lievito, mescolato con la farina, fa fermentare tutto l’impasto, così la Chiesa,
presente nella società, fa crescere e maturare ciò che vi è di vero, di buono e di
bello; e voi avete il compito di dare conto di questa presenza, che promuove e fortifica
ciò che è autenticamente umano e che porta all’uomo d’oggi il messaggio di verità
e di speranza del Signore Gesù”.
Tra i presenti, il Papa ha ringraziato
in modo particolare i direttori dell’Avvenire e dell’agenzia Sir, entrambi organi
d’informazione dei vescovi italiani. E con loro tutti i rappresentanti dei settimanali
diocesani e di vari altri media della stampa che con il loro lavoro, ha riconosciuto
il Pontefice, svolgono in Italia “il prezioso compito di far conoscere l’attività
e l’insegnamento della Chiesa”. Un lavoro, ha osservato, che l’attuale “contesto della
post-modernità” ha trasformato in una “sfida” sul modo di intendere la verità:
“La
cultura dominante, quella più diffusa nell’areopago mediatico, si pone, nei confronti
della verità, con un atteggiamento scettico e relativista, considerandola alla stregua
delle semplici opinioni e ritenendo, di conseguenza, compossibili e legittime molte
‘verità’”.
Al fianco della Chiesa, che annuncia all’uomo che esiste
una verità più grande, le testate cattoliche – ha affermato il Papa – sono chiamate
"a servire con coraggio la verità” davanti all’opinione pubblica, con uno stile ben
preciso:
“Si tratta di presentare le ragioni della fede, che, in
quanto tali, vanno al di là di qualsiasi visione ideologica e hanno pieno diritto
di cittadinanza nel dibattito pubblico. Da questa esigenza nasce il vostro impegno
costante a dare voce ad un punto di vista che rispecchi il pensiero cattolico in tutte
le questioni etiche e sociali”.
Ricordando che non può esservi un
buon giornalista cattolico che non coltivi “un legame costante e profondo con Cristo”,
Benedetto XVI ha terminato l’udienza esortando la Federazione a informare con puntualità
“sulle vicende che segnano il cammino delle comunità, sul loro vissuto quotidiano,
sulle tante iniziative caritative e benefiche che esse promuovono”:
“Continuate
ad essere giornali della gente, che cercano di favorire un dialogo autentico tra le
varie componenti sociali, palestre di confronto e di dibattito leale fra opinioni
diverse. Così facendo, i giornali cattolici, mentre adempiono l’importante compito
di informare, svolgono, al tempo stesso, una insostituibile funzione formativa, promuovendo
un’intelligenza evangelica della realtà complessa, come pure l’educazione di coscienze
critiche e cristiane”.