2010-11-26 15:51:52

La diocesi di Palestrina promuove una nuova scuola socio-politica. Mons. Sigalini: rilanciare la passione per il bene comune


“Educare e promuovere una cittadinanza attiva che affondi le priorie radici nella Costituzione italiana e nel Magistero sociale della Chiesa”. E’ la sfida della “Scuola Socio-politica Diocesana Prenestina”. Oggi, presso la sede nazionale dell’Azione Cattolica, la presentazione dell’iniziativa, la prima dopo la celebrazione delle Settimane Sociali di Reggio Calabria e la pubblicazione degli orientamenti pastorali dei Vescovi italiani per il decennio 2010-2020. Il corso, di durata biennale, partirà il prossimo 13 gennaio a Palestrina e di fatto si propone come progetto pilota a livello nazionale. C’era per noi Massimiliano Menichetti:RealAudioMP3

Sedici moduli informativi, quattro laboratori esterni - tra cui uno a Bruxelles - duecento ore di formazione, tra didattica, pratica, workshop, e due ritiri spirituali. Sono i numeri della “Scuola Socio-politica Diocesana Prenestina” che aprirà i battenti il 13 gennaio prossimo. Mons. Domenico Sigalini, vescovo della diocesi suburbicana di Palestrina fautore dell’iniziativa:

R. - Noi, adesso, senza pretese, vorremmo mettere in circolo anche un nuovo modello di scuola socio-politica; poi ciascuno si ispirerà. E’ la risposta immediata, per noi. Il Santo Padre, la Conferenza episcopale, la stessa sensibilità popolare, dice: “Qui abbiamo bisogno veramente di politici che si interessino al bene comune, che non mettano davanti alla loro iniziativa soltanto le proprie visioni personali, ma che riescano a fare convergenza e a fare squadra”.

D. – Mons. Sigalini, lei ha ribadito: “Bisogna riscoprire la cittadinanza attiva e non rimanere passivi, come reazione ad una politica autoreferenziale, distante”...

R. – A me pare che nel marasma in cui siamo, nessuno guardi al bene comune. Ciascuno vuole avere l’autonomia di pensarlo alla sua maniera e quindi di tirare avanti i suoi interessi. I problemi veri sono al di fuori delle prospettive di tutti. Ciascuno ormai tenta, da una parte, la sopravvivenza e, dall’altra, fa il tentativo di buttare giù, senza dire: “Che cosa mi proponi?”.

D. – Come si fa a superare il personalismo, il desiderio di potere?

R. – Deve esserci una passione per una visione di società che prenda tutti. “Bene comune” vuol dire che non è il tuo bene, che non è la somma dei beni di ciascuno, ma bene comune è un ideale di mondo, di rispetto della vita, di approfondimento e di conseguimento dei diritti, che compiono la vocazione che Dio ha dato ad ogni uomo di essere fino in fondo pieno di dignità nella sua vita privata, pubblica e anche di grande impatto con la dimensione universale.

Il corso di durata biennale è rivolto a 40 adulti che hanno superato i 35 anni di età e ha 40 giovani dai 18 ai 35 anni. L’iniziativa, partendo da una chiara matrice cristiana, mette in primo piano la tutela della famiglia e valorizza il Terzo settore, non dimenticando le strategie finanziarie. Edo Patriarca, presidente del Forum del Terzo settore e segretario della 46.ma edizione delle Settimane Sociali di Reggio Calabria:

R. - A me pare davvero che colga lo spirito della Settimana Sociale, perché il merito di questa iniziativa, a differenza di altre, altrettanto benemerite, è che non è un corso soltanto orientato a definire i principi, i valori, cosa sia il bene comune, la solidarietà, la sussidiarietà, che sono pure importanti – ci mancherebbe altro – ma è un corso che offre ai giovani e agli adulti degli strumenti concreti, per essere davvero cittadini attivi sui territori; perché se tu vuoi dialogare con l’amministrazione locale e parlare di bilancio occorre conoscere il bilancio; se vuoi parlare di urbanistica bisogna avere pure qualche strumentazione. Credo che questo corso sia davvero, in questo senso, una grande novità. (ap)







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