La protesta degli universitari: blitz al Colosseo, Mole Antonelliana e Torre di Pisa
Cortei di studenti si sono organizzati in tutta Italia contro la riforma dell’Università.
Davanti a Montecitorio, dove si sta discutendo il disegno di legge, stazionano migliaia
di ragazzi che hanno acceso fumogeni e intonato cori contro il governo chiedendone
le dimissioni. Ieri l'assalto di un gruppo di studenti al Senato, oggi la breve "occupazione"
del Colosseo a Roma e i blitz sulla Mole Antonelliana a Torino e sulla Torre di Pisa.
In mattinata, la maggioranza in parlamento è stata battuta su un emendamento proposto
dai finiani, e il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, ha detto che se la
riforma sarà stravolta sua intenzione è ritirarla. Per la Gelmini, gli studenti sono
solidali con i baroni universitari. Alessandro Guarasci ha sentito il presidente degli
universitari cattolici della Fuci, Alberto Ratti:
R. - Noi
stigmatizziamo anche i comportamenti di alcune frange di studenti. Quello che è successo
ieri davanti alle aule del Senato crediamo sia di una gravità inaudita: un rispetto
delle istituzioni, un’educazione civica, crediamo che debba essere mantenuta sempre.
Non condividiamo quanto il ministro dice, perché comunque la volontà di cambiare l’università,
dove la gente studia e dove studiamo tutti, c’è anche da parte nostra. Lei dice che
a volte gli studenti usano slogan vecchi, ma mi verrebbe da dire che anche lei ultimamente
continua ad usare sempre le stesse critiche.
D. - Secondo il presidente
della Crui, la Conferenza dei rettori delle università italiane, i soldi sono stati
trovati: ci sono quindi risorse sufficienti. Voi siete d’accordo o l’università comunque
sconta vecchie arretratezze?
R. - Finché non verranno approvate, sia
la legge di bilancio sia la legge di stabilità - e quindi finché non verrà stabilito
quanti soldi il bilancio dello Stato destina all'università - non sapremo effettivamente
quanto sarà proposto nel disegno di legge all’esame del parlamento e se sarà effettivamente
coperto finanziariamente.
D. - Secondo voi, c’è comunque un problema
di selezione, di migliore selezione del personale docente all’interno dell’università?
R.
- La riforma del ministro Gelmini va sicuramente nella giusta direzione quando sottolinea
che deve esserci più meritocrazia e che devono essere premiate le università che -
anche se il termine non mi piace - “producono di più”. Il rischio, però, è che con
questi tagli lineari non si vadano a premiare le università migliori, ma in realtà
si vada a penalizzare un po’ tutti. (mg)