2010-11-25 15:32:10

Haiti verso le presidenziali in piena crisi per l'epidemia di colera: oltre 1500 i morti


In piena epidemia di colera, con un bilancio delle vittime in vertiginoso aumento – si parla al momento di oltre 1500 morti – Haiti si appresta ad andare, domenica prossima, al voto per la scelta del prossimo presidente. La situazione è caotica, con una previsione di oltre 400 mila contagiati. La stessa Commissione elettorale esorta l’ampia partecipazione di osservatori e giornalisti locali e stranieri, per evitare frodi e brogli. Favoriti nella corsa alla più alta carica del Paese, la signora Mirlande Manigat, 70 anni, moglie di un ex presidente deposto nel 1988, e Jude Celestin, pupillo dell’attuale capo dello Stato, Reneè Preval. Ma in questa situazione si può parlare di regolarità del voto? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a Maurizio Chierici, esperto di America Latina:RealAudioMP3

R. – Io non so come si possa votare perché ogni giorno muoiono circa 40 persone di colera. L’epidemia è già passata a Cap Haitien e a Santo Domingo. Come si può votare? Parte dei registri elettorali è stata perduta e alcuni sono stati riscritti. Gli osservatori delle Nazioni Unite, dell’Europa, degli Stati Uniti, dell’America Latina, non sanno dove guardare. Mi sembra una forzatura molto grossa.

D. – C’è il rischio che le elezioni in questo clima possano essere gestite in maniera autoritaria, in maniera non democratica?

R. – La tradizione di Haiti la conosciamo, fatta eccezione per la parentesi di "père Aristide" e del suo partito Lavalas, che rappresentava le favelas. Ora Préval - il presidente attuale e che non si può ricandidare - vuole gestire, come tutti, i capitali che stanno arrivando per la ricostruzione. Devo dire che Haiti è stata dimenticata: se non ci fossero le organizzazioni religiose e le organizzazioni umanitarie, Haiti sarebbe ancora com’era prima. Gran parte di tutto quello che è stato messo in moto è stato messo in moto dal volontariato e i capitali per la sopravvivenza arrivano in maniera disordinata. E’ una cattiva regia, una brutta figura che ha fatto l’Occidente. Ce li siamo dimenticati, è inutile nasconderlo. Un Paese in ginocchio, colpito dalla fame, dal colera e dall’uragano, perché in mezzo c’è stato un uragano che ha ri-distrutto tutto quel poco che si era ricostruito … ecco che arrivano i capitali, ed è giusto che vengano gestiti bene, ma la situazione è molto complicata.

D. – Per quale motivo, la Comunità internazionale dopo l’impegno iniziale ha abbandonato Haiti?

R. – Prima di tutto non è un Paese appetibile perché il colonialismo ha distrutto tutte le foreste. E’ un Paese arido. Ma c’è un altro problema che vorrei sottolineare, che è molto, molto grave: il commercio dei bambini. Si tratta di un commercio inarrestabile: ogni giorno passano 30, 40 bambini che vengono venduti, forse anche dagli stessi genitori disperati che sperano di farli adottare. Ma poi, come vengono usati?

D. – Tra queste difficoltà come sta procedendo la campagna elettorale?

R. – Mirlande Manigat è la favorita. Ma Jude Celestin è convinto di vincere e ha già annunciato cosa farà per quanto riguarda la ricostruzione e tutto il resto. La "torta" che sta arrivando è grossa! Proprio per questo già succedono strane cose: per esempio, il pullman elettorale di Jude Celestin è stato aggredito, assaltato. Poi, anche le voci che vengono diffuse per far credere che il colera non deriva dal fallimento del governo che non ha assunto alcuna prevenzione, ma che è colpa dei caschi blu dell’Onu che dai loro Paesi hanno portato questa epidemia. La situazione è estremamente intricata. Vediamo cosa succederà. (bf)







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