Riapre al pubblico la Collezione di Vasi etruschi dei Musei Vaticani
Riapre di nuovo al pubblico la prestigiosa “Collezione di Vasi” del Museo Gregoriano
Etrusco ai Musei Vaticani. Oltre settecento capolavori di ceramografia greca, etrusca
ed italiota esposti in sei sale completamente riallestite. Le opere, risalenti ad
un periodo che va dal sesto al quarto secolo avanti Cristo, provengono in prevalenza
dall’antica Etruria meridionale. Il servizio di Michele Raviart.
Achille
e Aiace si sfidano a dadi quasi a continuare nel gioco la disputa per stabilire chi
sia il guerriero acheo più forte sotto le mura di Troia. I due eroi omerici furono
ritratti così dal pittore greco Exechias in un’anfora che è probabilmente l’opera
più celebre tra quelle esposte nella collezione di vasi del Museo Gregoriano Etrusco
ai Musei Vaticani, che riapre al pubblico dopo cinque anni di chiusura. Ceramiche
attiche a figure nere e rosse, vasi corinzi e opere della produzione etrusco italica
dalle linee liquide ed espanse, perlopiù provenienti dalle metropoli di Vulci e Cerveteri.
Una variazione non solo di stili ma anche di temi che dimostrano profonde connessioni
tra la cultura etrusca e quella greca. Maurizio Sannibale, responsabile
del reparto per le antichità etrusco-italiche dei Musei Vaticani:
“Abbiamo
miti, dei, eroi, scene di vita quotidiana, rappresentazioni di donne che attingono
l’acqua alle fontane, di un commerciante di olio che invoca Zeus affinché lo renda
ricco. Questi vasi – creduti, fino al ‘700, etruschi, anche se erano di produzione
greca, proprio in virtù della loro sola provenienza - documentano la capacità degli
etruschi di acquisire elementi culturali della civiltà greca”.
I lavori
hanno coinvolto l’intero complesso cinquecentesco che ospita il Museo Etrusco con
una nuova pavimentazione marmorea e la riapertura di finestre precedentemente oscurate.
L’ordine di esposizione rigorosamente cronologico permette ora di avere una chiara
percezione dell’evoluzione della ceramografia classica. Un allestimento non minimale
che mira ad esporre più opere possibile senza peraltro appesantire il visitatore per
un museo non da consultare come una Biblioteca, ma da percorrere e vivere. Il commento
del professor Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani.
“Questo
Museo Gregoriano Etrusco viene inaugurato il 2 febbraio dell’anno 1837. Adesso, l’ultimo
direttore ha voluto dare una sistemazione, almeno per ora definitiva, all’importantissima
sezione dei vasi antichi. Una collezione di quasi mille pezzi che meritava una presentazione
e uno studio e anche tanti particolari restauri, che sono stati compiuti in questa
occasione. Credo che il primo dovere di un grande museo internazionale come questo
sia quello di produrre ricerca, produrre restauri, produrre approfondimenti specialistici.
Noi abbiamo gli uomini, le donne, i saperi, i mestieri, la tradizione per riuscirci
e oggi lo dimostriamo”.