2010-11-24 15:24:42

L’Onu tenta il dialogo con la Corea del Nord dopo l’attacco alla Corea del Sud


Le forze Onu in Corea del Sud, sotto il comando americano, hanno annunciato oggi di aver chiesto colloqui con la Corea del Nord per allentare le tensioni dopo il bombardamento da parte di Pyongyang di un'isola sudcoreana. Il presidente Usa Obama si dice indignato. Oggi c’è stato il ritrovamento di due corpi di civili anche se Seul parla di 4 morti e dichiarazioni non rassicuranti. Il servizio di Fausta Speranza:RealAudioMP3

La Corea del Nord, che ha bombardato, pronuncia oggi la parola guerra ma afferma che sono le azioni di Seul che stanno conducendo la penisola “sulla soglia del conflitto”. Pyongyang accusa Seul di “continue provocazioni”, di aver sospeso l'aiuto umanitario e di aver “rovinato” la possibilità di nuovi passi per il ricongiungimento delle famiglie divise dalla guerra del 1950-53. La Croce Rossa nordcoreana pertanto ha annullato un incontro sul ricongiungimento previsto per domani. Ma c’è poi il pronunciamento di Seul: il premier sudcoreano Kim Hwang-sik in un discorso al Parlamento denuncia un attacco lanciato per rafforzare le credenziali militari del prossimo leader nordcoreano Kim Jong-un, il figlio del leader supremo Kim Jong-il formalmente indicato come successore del padre alla testa del regime nordcoreano in un congresso tenuto in settembre. Dunque Seul denuncia “una provocazione premeditata e meticolosamente studiata” per rafforzare l'unità interna. Fin qui le posizioni dei protagonisti, il resto a livello internazionale è preoccupazione: dopo la condanna ieri dell’attacco da parte dell'Alto rappresentante per la Politica estera e di sicurezza dell’UE, Catherine Asthon, oggi la delegazione di Bruxelles in missione a Pyongyang annuncia che terminerà in anticipo la sua missione in Corea del Nord. Da Washington, dopo l’indignazione del presidente, arriva la nota del Pentagono che considera l'attacco portato dalla Corea del Nord nei confronti della Corea del Sud una violazione dell'armistizio tra le due Coree firmato nel 1953. E afferma che Washington e Seul daranno “una risposta coordinata” all'azione di Pyongyang. Anche se Obama da parte sua precisa che al momento non si sta pensando ad un intervento militare. Dopo ore di fibrillazione al Palazzo di Vetro, l’Onu tenta la via del dialogo con la Corea del Nord.

Dublino vara il piano anti-crisi
Il piano quadriennale per il risanamento dell'economia irlandese attraverso 15 miliardi di euro di risparmi verrà pubblicato alle 14, ora di Dublino, le 15 in Italia, ha fatto sapere il Ministero delle Finanze irlandese. I tagli dovrebbero ammontare a circa 10 miliardi con altri 5 miliardi ricavabili attraverso nuove tasse. Per quanto riguarda gli aiuti da chiedere a UE e FMI il premier irlandese Cowen ha parlato stamane in Parlamento di 85 miliardi. Nelle stesse ore dal Bundestag di Berlino la cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha detto che il governo tedesco accoglierà favorevolmente la richiesta di aiuti da parte dell'Irlanda, ma Dublino dovrà accettare condizioni che permettano al Paese di "ritornare sul cammino della stabilità". Ieri la Merkel aveva parlato di una situazione “eccezionalmente seria” per la moneta europea e subito dopo le quotazioni già deboli della divisa unica erano scese. Intanto a Dublino le difficoltà economiche si sommano alla incertezza politica: il governo barcolla sull'orlo delle dimissioni.

Borse europee e euro all’insegna della volatilità
Crisi in Irlanda e scenario inquietante tra le due Coree: la combinazione di questi due fattori sembra aver pesato sulle Borse mondiali e sulla caduta dell’euro. Dopo una mattinata trascorsa ad oscillare attorno ai minimi delle ultime sei settimane, la seduta delle borse europee continua all'insegna della volatilità.

Yemen: attentato ad una processione sciita
Dopo l’allarme terrorismo dei due pacchi bomba a bordo degli aerei di tre settimane fa, in Yemen oggi un attentato contro una processione sciita ha causato 15 morti e trenta feriti. Mohammed Abdulsalam, portavoce dei ribelli sciiti, ha dichiarato che gli sciiti oggetto dell'attentato si stavano preparando a festeggiare l'Al-Ghadeer, ricorrenza della successione di Ali, una delle figure più importanti della loro fede, dopo Maometto. L'anniversario è sempre stato fonte di contrasti fra le comunità sunnita e sciita.

In Somalia 10 morti per gli scontri tra due gruppi ribelli
Ancora sangue nel centro della Somalia: 10 i morti per gli scontri avvenuti vicino al villaggio di Wardhumale, tra il gruppo di ribelli Ahlu Sunna e gli integralisti islamici Al Shabaab. Nel fine settimana altre battaglie si erano verificate sempre nelle zone centrali del Paese. Va ricordato che dal 2008 Ahlu Sunna, formazione islamica moderata, combatte contro i due principali gruppi di integralisti islamici che controllano larga parte del Paese: Hizbul Islam e Al Shabaab, il braccio armato somalo di Al Qaida. Ieri un incidente a Mogadiscio ha provocato la morte di due civili: un convoglio di caschi verdi dopo avere lasciato l'aeroporto ha aperto il fuoco ''per errore'' contro un gruppo di civili uccidendone due e ferendone altre sette, nei pressi del campo delle Nazioni Unite.

Afghanistan: attesa per i risultati finali delle elezioni
Il portavoce della Commissione elettorale indipendente (Iec) afghana ha confermato oggi che è imminente l'annuncio dei risultati finali delle elezioni per il rinnovo della Wolesi Jirga (Camera bassa), mentre per l'ennesima volta un gruppo di candidati esclusi e di loro sostenitori sono scesi in piazza per protestare contro irregolarità commesse ai loro danni. Il voto si è svolto il 18 settembre scorso e da allora gli organismi elettorali sono stati impegnati in una laboriosa attività di verifica che ha portato all'annullamento di oltre un quarto dei voti espressi. In dichiarazioni alla stampa, il portavoce della Iec, Noor Muhammad Noor, ha avvertito ieri sera che “vi potrebbero essere importanti novità nella lista finale dei 249 deputati eletti rispetto a quella preliminare pubblicata il 20 ottobre scorso”. La Commissione per i reclami elettorali (Ecc), infatti, potrebbe avere escluso addirittura un decimo dei nomi presenti nella prima lista, trattandosi di candidati che avrebbero ottenuto il risultato con brogli, e che per questo sono anche stati denunciati alla Procura generale.

Pakistan: partiti religiosi contrari alla liberazione di Asia Bibi
Partiti religiosi del Pakistan hanno ribadito di essere contrari alla liberazione di Asia Bibi, la donna cattolica condannata a morte perché accusata di blasfemia, ed hanno avvertito il Partito del popolo del Pakistan (Ppp) del presidente Asif Ali Zardari ed il governatore della provincia del Punjab, Salman Taseer, che se la donna venisse rilasciata, realizzeranno proteste a livello nazionale. Nelle ultime ore sono circolate in Pakistan notizie contrastanti su una decisione già presa di liberare la donna, ma il ministro delle Minoranze pachistano, Shakbaz Bhatti, ha detto all'ambasciatore d'Italia, Vincenzo Prati, che “ci vorranno alcuni giorni prima che il presidente Zardari possa esaminare la richiesta di grazia”.

Nigeria: le presidenziali slittano da gennaio a aprile 2011
Le elezioni presidenziali in Nigeria, inizialmente previste nel gennaio del 2011, si terranno il 9 aprile del 2011. Lo ha comunicato la Commissione elettorale nazionale indipendente (Inec) che ha pubblicato il calendario degli altri appuntamenti elettorali che si terranno l'anno prossimo nel più popoloso Paese africano. “Le presidenziali si svolgeranno il 9 aprile del 2011 e saranno precedute il 2 aprile dalle elezioni legislative, mentre il 16 aprile i nigeriani torneranno alle urne per eleggere i rappresentanti degli enti locali (i governatori dei 36 Stati, ndr)”.

Lutto nazionale in Nuova Zelanda per la morte di 29 minatori
La Nuova Zelanda è in lutto per la morte ormai data per certa di 29 minatori intrappolati da cinque giorni dopo un'esplosione in profondità in una miniera di carbone presso Greymouth, nel sud del Paese. Una seconda esplosione verificatasi oggi, molto più forte della prima, ha tolto ogni speranza alle famiglie e ai soccorritori, ripetutamente trattenuti dall'entrare in azione per la presenza di gas velenosi e dell'alto rischio di incendi e esplosioni nel sottosuolo. Il premier John Key in una conferenza stampa ha descritto gli eventi come “una tragedia nazionale”. Domani le bandiere sventoleranno a mezz'asta e nei prossimi giorni si terrà una cerimonia funebre nazionale. Il premier ha avuto parole di elogio per i soccorritori che hanno cercato di raggiungere i minatori, ma ha detto anche che vi sono domande cui si dovrà rispondere, su come una tale tragedia sia potuta accadere, preannunciando una commissione ufficiale di inchiesta sul disastro. Le vittime avevano un'età fra i 17 e i 62 anni. Subito dopo la prima esplosione, due minatori erano riusciti ad uscire dalla miniera ed a mettersi in salvo.

Haiti verso le elezioni ma l'emergenza colera non è finita
A pochi giorni dalle elezioni di domenica, il clima si fa teso ad Haiti, sempre più sconvolta dal colera. Ancora due persone sono morte durante scontri tra sostenitori di diversi candidati, mentre il bilancio ufficiale dei morti per l'epidemia è salito a 1.415. E la situazione si fa insostenibile nei campi di terremotati che da gennaio sono ammassati alla periferia di Port au Prince. Da Haiti, Sara Milanese:RealAudioMP3

Sotto il sole dei Caraibi le "tende" dei campi profughi diventano dei forni: dentro si può al massimo dormire, tutto il resto – cucinare, lavarsi e mangiare – si fa fuori. Nelle "tende" - pochi metri quadrati coperti da teli di plastica sorretti da pali - si mescolano ogni tanto le tende vere e proprie donate dalle organizzazioni internazionali. In uno solo dei campi più grandi di Port-au-Prince ci vivono qualche migliaio di persone e la maggior parte non se ne vuole andare; qui hanno visto per la prima volta un medico, si organizzano lezioni per i bambini, si distribuisce gratis acqua potabile. Ma questo, come gli altri campi, va smantellato al più presto. Le condizioni di igiene sono ancora più precarie che nelle bidonville: si vive tutti a stretto contatto, con poche latrine e nessuna fognatura e il colera è già arrivato. Nessuno di loro andrà a votare domenica: “I politici - dicono – non hanno fatto niente per noi e noi non faremo niente per loro”. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 328

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