L'arcivescovo di Dublino invoca un profondo rinnovamento della Chiesa irlandese
Le difficoltà di una comunità che «ha perso la sua strada» e la necessità di un profondo
rinnovamento: sono le questioni affrontate dal vice presidente della Irish Catholic
Bishops' Conference, l'arcivescovo di Dublino e primate d'Irlanda, Diarmuid Martin,
nell'omelia della messa per la commemorazione del servo di Dio e fondatore della Legione
di Maria, Frank Duff, celebrata presso la Saint Mary's pro-cathedral, a Dublino. «Ci
sono molte indicazioni - ha osservato l'arcivescovo ripreso da L'Osservatore Romano
- sul fatto che la comunità ecclesiale in Irlanda abbia perso la sua strada». La società
e la cultura religiosa, ha spiegato il presule, sono cambiate e la pratica religiosa
ha subito un calo. «Molti - ha puntualizzato - hanno optato per una deriva verso una
visione più secolarizzata della propria vita e molti sono diventati indifferenti,
come se Dio non esistesse». In particolare, ha sottolineato l'arcivescovo, «gli scandali
che sono stati rivelati su alcuni aspetti della vita della Chiesa, hanno aperto i
nostri occhi non soltanto sugli orrori degli abusi sui minori e sull'inadeguata risposta
a essi, ma hanno aperto gli occhi su una crisi molto più profonda all'interno della
comunità ecclesiale». Pertanto, «la necessità di rinnovamento della Chiesa in Irlanda
è particolarmente urgente in questo momento». Tuttavia, ha specificato il presule
richiamandosi al carisma del fondatore della Legione di Maria, il rinnovamento deve
anzitutto concretizzarsi all'interno della comunità stessa, attraverso la preghiera
e il servizio cristiano quotidiani e non basarsi soltanto su strategie e riforme strutturali
ispirate dall'esterno. «Il rinnovamento della Chiesa in Irlanda — ha affermato — sarà
doloroso. C'è qualcosa di radicale riguardo l'impegno che Gesù ci chiede». La Chiesa,
ha ribadito, «non sarà mai riformata dall'esterno». Il rinnovamento e la riforma «arriveranno
soltanto dall'interno della Chiesa, da una comunità di uomini e donne che ascoltano
la parola di Dio, che si riuniscono per pregare, che celebrano l'Eucaristia e sono
chiamati a condividere la stessa vita di Cristo». La Chiesa, ha concluso, «non è una
vaga agenzia di moralizzazione nella società e non esiste solo per fornire una sorta
di luogo di conforto spirituale per tutti coloro che si avvicinano a essa. È la Chiesa
di Gesù Cristo, è comunione. È formata dalla parola di Dio e attraverso la nostra
comunione con Cristo ed è vissuta da uomini e donne che permettono alla Parola di
trasformarli». (R.P.)