Rapporto sull’Aids: calano le vittime e i nuovi contagi, aumenta la responsabilità
nei rapporti sessuali
Buone notizie sul fronte della lotta all’Aids, come documenta il Rapporto mondiale
pubblicato stamane dall’Unaids, l’agenzia dell’Onu che si occupa di monitorare e contrastare
il virus Hiv. Il servizio di Roberta Gisotti.
L’epidemia
è in fase di arresto. Le nuove infezione sono calate di circa il 20 per cento negli
ultimi 10 anni, e così anche i morti per Aids di quasi il 20 per cento negli ultimi
5 anni, mentre il numero dei sieropositivi si sta stabilizzando. Calano in particolare
di quasi il 25 per cento i neonati contagiati dalle mamme. In totale il bilancio del
2009 ha registrato 33 milioni e 300 mila persone infettate dall’Hiv, 2 milioni e 600
mila nuovi casi, ed 1 milione 800 mila vittime per cause correlate all’Aids, 1 su
quattro ammalato di Tbc. Dall’inizio degli anni ’80 ad oggi circa 60 milioni di persone
hanno contratto il virus Hiv, di cui quasi la metà, 30 milioni, sono morte. Certo,
il numero delle vittime è ancora altissimo ma “stiamo spezzando la traiettoria dell’epidemia
dell’Aids con azioni audaci e scelte intelligenti”, commenta Michel Sidibé, direttore
esecutivo dell’Unaids. “Gli investimenti nella lotta all’Aids - aggiunge – stanno
dando risultati ma le vittorie sono fragili, ora la sfida è come tutti possiamo lavorare
per accelerare i progressi”. Il rapporto, che presenta dati raccolti in 182 Paesi,
dimostra che gli investimenti nella prevenzione stanno producendo ottimi risultati
nei Paesi di maggior diffusione del virus. Dal 2001 al 2009 il numero di nuovi casi
si é infatti stabilizzato o è diminuito di oltre il 25 per cento in almeno 56 Paesi
di tutto il mondo, tra cui 34 Nazioni dell’Africa sub-sahariana. In questa regione
- dove si concentra il 69 per cento di tutte le infezioni al mondo – i cinque Paesi
più colpiti, Etiopia, Sud Africa, Zambia e Zimbabwe hanno ridotto le nuove infezioni
di oltre un quarto, mentre la Nigeria è stabile. In calo le nuove infezioni tra i
giovani nei 15 Paesi con maggioranza di casi, risultato di pratiche sessuali più sicure
– osserva il rapporto - e così diminuisce del 25 per cento in 59 Paesi il numero di
uomini che dichiara di avere avuto rapporti sessuali con più partner negli ultimi
12 mesi. E lo stesso dichiarano le donne in 84 Paesi. Aumenta la disponibilità e l’uso
del preservativo, soprattutto nei rapporti a rischio. Soddisfazione particolare esprime
l’Unaids per l’accesso alle cure: il numero degli ammalati in trattamento con farmaci
salvavita è cresciuto negli ultimi 5 anni oltre sette volte, 5 milioni e 200 mila
nel 2009, rispetto a 700 mila nel 2004. Infine una nota negativa, l’incremento del
25 per cento di nuovi casi in sette Paesi dell’Europa orientale e dell’Asia centrale,
dove vivono 1 milione e mezzo di ammalati.