Kenya: il segretario dell'Amecea difende le posizioni della Chiesa sui diritti umani
La posizione della Chiesa keniana sulla giustizia e sui diritti umani è “molto chiara”
e non è mai mutata. È quanto ha puntualizzato padre Pius Rutechura, segretario dell’Associazione
delle Conferenze episcopali dell’Africa orientale (Amecea) intervenendo a un incontro
organizzato nei giorni scorsi a Nairobi dal Forum africano per l’insegnamento sociale
cattolico (Afcast) sul tema “La giustizia di transizione, il ruolo profetico della
Chiesa e la sfida della pace in Kenya”. Padre Rutechura ha risposto così ad alcuni
rilievi mossi durante il dibattito secondo cui la Chiesa cattolica, insieme alle altre
Chiese cristiane nel Paese, non sarebbe stata coerente su alcune questioni riguardanti
la giustizia e i diritti umani. A sollevare il punto – riferisce l’agenzia cattolica
africana Cisa - è stato Tom Kagwa, della Commissione keniana per i diritti dell’uomo.
A suo giudizio la Chiesa keniana “in alcuni momenti non è riuscita a guidare i suoi
fedeli, dando a qualcuno l’impressione di essere scesa a compromessi con il governo
del momento, all’insaputa degli stessi fedeli”. L’esponente dei diritti umani ha citato
l’esempio del referendum costituzionale dello scorso mese di agosto in cui – ha detto
- i cristiani “sono stati più divisi che uniti, nonostante la posizione assunta dai
vescovi sulla controversia relativa alla legalizzazione dell’aborto e al riconoscimento
dei tribunali islamici”. Padre Rutechura, intervenendo a sua volta, ha replicato
che al contrario “l’insegnamento della Chiesa su questi punti è chiarissimo” e resta
immutato . Quello che le si può chiedere è semmai di intensificare il suo ruolo su
queste questioni”, ha aggiunto il sacerdote. Al termine della loro recente plenaria
autunnale a Malindi – lo ricordiamo - i vescovi keniani hanno ribadito la loro contrarietà
a quelle parti della nuova Costituzione che pongono una minaccia “alla vita, alla
famiglia, al matrimonio, all’uguaglianza o ai valori tradizionali cristiani”, anche
se si sono detti disposti a partecipare al processo di attuazione e messa a punto
della Carta fondamentale. (L.Z.)