2010-11-23 14:45:33

Kenya: il segretario dell'Amecea difende le posizioni della Chiesa sui diritti umani


La posizione della Chiesa keniana sulla giustizia e sui diritti umani è “molto chiara” e non è mai mutata. È quanto ha puntualizzato padre Pius Rutechura, segretario dell’Associazione delle Conferenze episcopali dell’Africa orientale (Amecea) intervenendo a un incontro organizzato nei giorni scorsi a Nairobi dal Forum africano per l’insegnamento sociale cattolico (Afcast) sul tema “La giustizia di transizione, il ruolo profetico della Chiesa e la sfida della pace in Kenya”. Padre Rutechura ha risposto così ad alcuni rilievi mossi durante il dibattito secondo cui la Chiesa cattolica, insieme alle altre Chiese cristiane nel Paese, non sarebbe stata coerente su alcune questioni riguardanti la giustizia e i diritti umani. A sollevare il punto – riferisce l’agenzia cattolica africana Cisa - è stato Tom Kagwa, della Commissione keniana per i diritti dell’uomo. A suo giudizio la Chiesa keniana “in alcuni momenti non è riuscita a guidare i suoi fedeli, dando a qualcuno l’impressione di essere scesa a compromessi con il governo del momento, all’insaputa degli stessi fedeli”. L’esponente dei diritti umani ha citato l’esempio del referendum costituzionale dello scorso mese di agosto in cui – ha detto - i cristiani “sono stati più divisi che uniti, nonostante la posizione assunta dai vescovi sulla controversia relativa alla legalizzazione dell’aborto e al riconoscimento dei tribunali islamici”. Padre Rutechura, intervenendo a sua volta, ha replicato che al contrario “l’insegnamento della Chiesa su questi punti è chiarissimo” e resta immutato . Quello che le si può chiedere è semmai di intensificare il suo ruolo su queste questioni”, ha aggiunto il sacerdote. Al termine della loro recente plenaria autunnale a Malindi – lo ricordiamo - i vescovi keniani hanno ribadito la loro contrarietà a quelle parti della nuova Costituzione che pongono una minaccia “alla vita, alla famiglia, al matrimonio, all’uguaglianza o ai valori tradizionali cristiani”, anche se si sono detti disposti a partecipare al processo di attuazione e messa a punto della Carta fondamentale. (L.Z.)







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