Sud Corea-Giappone: il suicidio al centro del XVI incontro annuale di interscambio
dei vescovi
Dal 16 al 18 novembre si è svolto a Cheongju, in Corea del Sud, il XVI incontro annuale
di interscambio culturale e spirituale dei vescovi del Giappone e della Corea del
Sud. L’incontro, cui hanno partecipato 19 vescovi coreani e 13 vescovi giapponesi
guidati dai loro rispettivi presidenti, è stato dedicato quest’anno al tema del suicidio,
un problema comune ai due Paesi asiatici che detengono tra i più alti tassi di suicidi
nel mondo. In particolare, se in termini assoluti il numero di suicidi è più alto
in Giappone, in percentuale questo triste primato nell’area Ocse spetta proprio alla
Corea del Sud. Alla riunione sono state analizzate le situazioni dei due Paesi, per
capire le cause del fenomeno e confrontare le strategie pastorali per porvi rimedio.
Le due delegazioni hanno convenuto che l’aumento dei suicidi, soprattutto tra i giovani,
va attribuito da un lato all’esasperata competitività dell’attuale modello economico
e, dall’altro, all’indebolimento delle strutture sociali tradizionali come la famiglia,
con il conseguente progressivo isolamento dell’individuo, lasciato solo nei momenti
di crisi. Come ha infatti spiegato all’agenzia Églises d’Asie Michael Hong Kang–eui
dell’Associazione coreana per la prevenzione del suicidio, il numero dei suicidi in
Corea del Sud è andato aumentando di pari passo con lo sviluppo economico di questi
ultimi 50 anni e ha subito un’ulteriore impennata dopo la crisi dei mercati finanziari
asiatici del 1997-98. Anche per i vescovi giapponesi la causa principale dell’alto
tasso di suicidi nel Paese del Sol Levante è da attribuire alla crisi del modello
sociale tradizionale. In queste condizioni – è stato evidenziato - le difficoltà economiche,
la disoccupazione, l’indebitamento diventano tutti fattori che nel lungo termine possono
spingere una persona a gesti estremi. La Chiesa – è stata quindi la conclusione dell’incontro
– può svolgere un ruolo importante per sopperire al venire meno di questa solidarietà
sociale. Essa “dovrebbe essere il luogo dove le persone possono esprimere le loro
angosce e sofferenze. Dovremmo prestare un orecchio attento a questa richiesta di
aiuto”, ha sottolineato mons. James Koda Kazuo, vescovo ausiliare di tokyo e vice-presidente
della Caritas Giappone. Iniziati nel 1995 con lo scopo di promuovere l’amicizia tra
i due Episcopati dopo le ferite lasciate dall’occupazione giapponese della Penisola
coreana durante la Seconda Guerra Mondiale, gli incontri annuali tra i vescovi giapponesi
e sud-coreani sono diventati nel corso degli anni un’importante occasione di scambio
e di confronto sulle sfide pastorali comuni. Il prossimo appuntamento è previsto nel
novembre 2011 in Giappone. (L.Z.)