2010-11-22 15:24:32

Approvato il piano di aiuti Europa-Fmi in favore dell'Irlanda


Via libera dei 16 ministri delle Finanze dell'Eurozona al salvataggio del settore bancario irlandese. “Una garanzia di salvezza dell'Euro e della stabilità dell'Ue”, hanno commentato gli stessi titolari delle politiche economiche. Dopo giorni di tentennamenti Dublino è, dunque, pronta ad accogliere il piano di aiuti. Anche qui, come ad Atene, verrà varato un piano di austerity, di cui ancora non si conoscono i dettagli. Il documento è passato al vaglio degli esperti dell’Unione Europea e del Fondo Monetario Internazionale, che dovranno decidere l’entità del pacchetto. L’Irlanda fino a pochi anni fa era considerata un modello di sviluppo per tutta l’Europa. Quali sono i motivi che hanno portato alla situazione reale? Salvatore Sabatino lo ha chiesto all’economista Giacomo Vaciago, docente di Politica Economica nell'Università Cattolica di Milano:RealAudioMP3

R. - Negli scorsi anni, così come altri Paesi europei - basti pensare a Grecia, Spagna e Portogallo - anche l’Irlanda ha conosciuto, purtroppo, i guai provocati da una speculazione immobiliare, che ha portato ad illudersi che costruendo case a prezzi crescenti si fosse più ricchi: questo non è mica vero! La produttività aumentava finché arrivavano investimenti industriali, finché rappresentavano una piattaforma per la crescita rivolta all’Europa. Negli ultimi anni la “bolla” ha fatto solo male all’Irlanda, così come a tutti gli altri Paesi che hanno conosciuto questa deformazione della loro crescita.

D. - Professore, lei crede che ci siano delle grosse responsabilità nella gestione di questa crisi, Si doveva, insomma, intervenire prima. Ora cosa possiamo attenderci?

R. - Io spero che la capacità dei governi europei di occuparsi di ciò che hanno in comune - cominciando dalla moneta, l’euro - migliori perché la crisi esplosa un anno fa ad Atene, diventa crisi anche irlandese già a maggio di quest’anno ed ora siamo a novembre. Aspettare non serva mai a migliorare le cose!

D. - Quanto ad ulteriori riflessi sulla comunità europea, crede che il pessimismo e la paura del fallimento possano, di fatto, pesare ulteriormente sulla crisi in atto rallentando la ripresa?

R. - La sensazione, rafforzata da quanto vediamo tutti i giorni sulle borse e sui mercati, è che c’è incertezza e quindi pessimismo anche nelle famiglie, anche nelle imprese che hanno la sensazione di una situazione non governata. I governi possono essere di destra o di sinistra, ma sono utili se prendono provvedimenti che risolvono i problemi! (mg)








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