La Chiesa celebra la Giornata per le comunità di clausura
Oggi, memoria della Presentazione della Beata Vergine Maria, la Chiesa celebra laGiornata “pro orantibus”. Istituita oltre 50 anni fa, invita i fedeli a pregare
per le religiose di clausura e specialmente per le monache e i monasteri che si trovano
in particolari necessità. Ma come sono distribuiti oggi i monasteri nel mondo e dove
si registrano nuove comunità? Tiziana Campisi lo ha chiesto a suor Giuseppina
Fragasso, vicepresidente del Segretariato assistenza monache:
R. – L’Europa
ha senz’altro il primato per quanto riguarda i monasteri storici, in modo particolare
l’Italia, la Francia e la Spagna. Dal 1988 a oggi anche nella Nord- America si è registrato
un calo numerico e anche una crisi vocazionale: i monasteri erano 4.500, oggi sono
3.000. La realtà è invece opposta dove la Chiesa è più giovane, più entusiasta, più
vivace. Per esempio in Africa, tra il 1988 e il 2008 le monache professe sono cresciute
del 50 per cento e le comunità da 90 sono diventate 135, mentre in Asia da 186 sono
diventate 265, quindi con una crescita del 71 per cento.
D.
- La Giornata “pro orantibus” è una giornata per pregare soprattutto per i monasteri
in difficoltà. Quali sono oggi questi monasteri e in quali Paesi si trovano?
R.
– La Giornata “pro orantibus” si celebra proprio per rendere sempre più visibile la
realtà della vita monastica. In Europa l’età delle monache cresce e con la loro età
avanzata ci sono nuove esigenze: dal garantire un adeguato livello di assistenza sanitaria
al reperimento di adeguate risorse economiche, per arrivare, poi, a garantire una
buona vita comunitaria a persone sempre più deboli e fragili. D’altronde, anche i
monasteri all’estero si trovano in difficoltà e nel bisogno: in Africa, Asia e America
Latina e anche l’Europa dell’Est. Quest’anno abbiamo beneficato più di 100 monasteri.
Siamo andati incontro alle situazioni di Haiti, della Terra Santa e dell’Europa dell’Est:
lì si vanno recuperando monasteri che erano stati o distrutti o soppressi.
D.
- Questa Giornata si celebra nel giorno in cui la Chiesa ricorda la presentazione
di Maria al Tempio: come mai?
R. – E’ una tradizione
che ha celebrato i suoi 50 anni. La presentazione di Maria al Tempio indica la consegna
di una vita al Dio unico e per questo i monasteri l’hanno assunta. Infatti, molti
monasteri, nella giornata del 21 novembre, rinnovano i voti e noi del segretariato
l’abbiamo assunta quasi per far sì che gli altri possano conoscere da vicino questa
bella realtà della Chiesa.
D. - Quale messaggio vuol
dare questa giornata, in particolare?
R. – La preziosità
della vita contemplativa monastica, nella Chiesa. Tutti i Papi hanno sempre espresso
la loro stima, sottolineando il valore della vita monastica; oggi poi, in un’epoca
in cui la società vive nel turbinio dell’ansia, della preoccupazione, del correre,
i monasteri sono un po’ un faro, un richiamo alla realtà di una vita di riflessione
e di equilibrio. (bf)