2010-11-19 14:08:13

Collegialità: l'editoriale di padre Lombardi


Annunciando il Concistoro nell’udienza generale del 20 ottobre scorso, il Papa ha ricordato che “i cardinali hanno il compito di aiutare il Successore dell’Apostolo Pietro nell’adempimento della sua missione di principio e fondamento perpetuo e visibile dell’unità della fede e della comunione nella Chiesa”. I nuovi porporati provengono da quattro continenti: 15 gli europei, di cui 10 italiani. Quattro gli africani, 4 gli americani, uno asiatico. Una suddivisione – ha sottolineato il Papa – che ben rappresenta l’universalità della Chiesa. Ma sull’incontro di preghiera e di riflessione in occasione del Concistoro ascoltiamo il nostro direttore, padre Federico Lombardi, nel suo editoriale per Octava Dies, il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano:RealAudioMP3

La nomina di nuovi cardinali è sempre attesa con una viva curiosità non solo nella Chiesa, ma anche dagli osservatori esterni. Appena il Papa annuncia i nomi dei nuovi cardinali comincia tutta una serie di commenti nelle più varie prospettive, di osservazioni statistiche, di calcoli di pesi relativi di nazionalità, continenti, e così via. In realtà, naturalmente nelle sue nomine il Papa tiene presenti molti diversi criteri, tra cui certamente primeggiano l’importanza dei compiti svolti nel servizio ecclesiale e l’universalità della rappresentanza. In tal modo il Papa costituisce un gruppo di personalità di primo piano, a cui è affidato il compito cruciale dell’elezione del Successore di Pietro, ma che deve anche collaborare e sostenere il Papa nel suo ministero con piena solidarietà spirituale. La giornata di preghiera e riflessione con cui inizia il Concistoro di novembre, nonostante la sua inevitabile brevità, dice due aspetti importanti della funzione e dello spirito con cui opera il collegio cardinalizio e che non vanno dimenticati: appunto la preghiera e la riflessione. Il Papa vuole pregare con coloro che più da vicino devono appoggiare il suo servizio e vuole partecipare alla loro riflessione comune. Possiamo anche osservare che vuole condividere il pasto con loro, particolare certamente secondario, ma non privo di significato. E’ una comunità che si incontra, che condivide responsabilità e preoccupazioni per i problemi principali che la Chiesa affronta nel mondo. Benedetto XVI segue e ascolta con grandissima attenzione ogni contributo, come ha fatto nelle settimane dei Sinodi dei Vescovi, come fa nelle continue visite “ad limina” dei gruppi di Vescovi di tutte le parti del mondo (almeno 20 gruppi diversi in un anno), in innumerevoli colloqui ed udienze. Il suo servizio è profondamente inserito nell’esperienza dell’episcopato mondiale. Ora, i giorni del Concistoro mettono in rilievo un’ulteriore dimensione della “collegialità” del suo stile di governo della Chiesa. La accompagniamo tutti con l’attenzione e la preghiera.







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