2010-11-19 15:01:24

Berlino assicura “grande fiducia” a Dublino: con le riforme supererà la crisi


Il governo tedesco ha espresso oggi “grande fiducia” nella capacità di Dublino di attuare le previste riforme per superare la crisi. “Il governo tedesco appoggia appieno le politiche del governo irlandese e ha grande fiducia nelle coraggiose politiche di riforma contenute nel piano quadriennale che verrà presentato all'inizio di dicembre”, ha detto il portavoce del governo, Steffen Seibert. Intanto, in un'intervista al quotidiano francese "Le Monde", il direttore del Fondo europeo di stabilità finanziaria (Efsf), Klaus Regling, fa sapere che la missione di Commissione europea, Bce e Fondo monetario internazionale in Irlanda durerà “circa due settimane, per analizzare la situazione, valutare i bisogni finanziari e identificare le riforme strutturali da operare”. L'Efsf, sottolinea Regling, interverrà solo “su mandato unanime dell'Eurogruppo". La situazione irlandese, sottolinea Regling, è “sotto controllo” dal punto di vista del bilancio pubblico, che “ha finanziamenti fino alla metà del 2011”, ma “è il settore bancario che penalizza il Paese, dopo lo scoppio della bolla immobiliare”.

In Pakistan attentato senza vittime ad una moschea ahmadi
Un commando armato ha aperto il fuoco vicino ad una moschea della minoranza musulmana ahmadi a Lahore (Pakistan nord-orientale) ma è stato messo in fuga dalla pronta reazione dei servizi di sicurezza senza che vi fossero vittime. Lo riferisce DawnNews Tv. Un portavoce della polizia ha reso noto che un gruppo di quattro o cinque uomini ha attaccato la moschea nel quartiere di Mughalpura con armi di piccolo calibro, impegnandosi in una sparatoria durata alcuni minuti, prima di fuggire. Minoranza all'interno del mondo islamico, gli ahmadi sono stati spesso perseguitati. In Pakistan nel maggio 2010 almeno 93 persone sono state uccise quando furono attaccate contemporaneamente a Lahore due moschee.

Attentato a un alto ufficiale dei servizi segreti yemeniti
Un alto ufficiale dei servizi segreti yemeniti è rimasto gravemente ferito oggi dopo essere stato pugnalato da due uomini in un quartiere della capitale Sanaa, non lontano dall'ambasciata americana. Lo hanno reso noto testimoni secondo i quali il colonnello Ibrahim Abbas è stato attaccato all'alba nel quartiere Saawan, nel nord est della città mentre si stava recando in moschea per la preghiera dell'alba. Gli aggressori lo hanno colpito con numerosi colpi del pugnale tradizionale curvo yemenita alla schiena e al collo, e il colonnello è stato ricoverato in uno stato definito “grave”. Al Qaeda, nata nella penisola arabica dalla fusione dei rami sauditi e yemenita della rete terroristica, in questi ultimi mesi ha moltiplicato gli attacchi contro le istituzioni nello Yemen.

In Cisgiordania i coloni ebrei cercano di evitare la moratoria sugli insediamenti
Uno sciopero generale è stato indetto per domenica in numerosi insediamenti in Cisgiordania in un primo atto di protesta contro il governo di Benyamin Netanyahu nella eventualità che esso accolga la richiesta statunitense per una nuova moratoria di tre mesi per rilanciare negoziati di pace con i palestinesi. Israele ha già osservato una moratoria di dieci mesi, che si è conclusa alla fine di settembre. Mentre Netanyahu attende ancora dai dirigenti americani alcuni chiarimenti sugli incentivi che Israele riceverebbe se accettasse un ulteriore congelamento dei progetti edili in Cisgiordania, il movimento dei coloni ha deciso di rompere gli indugi. Domenica dunque - secondo quanto ha riferito il presidente del Consiglio degli insediamenti Dany Dayan - nelle colonie cisgiordane resteranno chiusi gli uffici municipali e gli edifici scolastici, mentre a Gerusalemme sarà organizzata una manifestazione di protesta. Ieri Dayan ha partecipato a Tel Aviv ad un dibattito organizzato dal Centro Peres per la pace, in cui ha ribadito che le colonie in Cisgiordania “sono ormai un fatto compiuto”: non solo non saranno sgomberate, ma al contrario sono destinate ad estendersi anche in futuro. Malgrado il suo atteggiamento rigido, Dayan ha rivelato di aver ricevuto minacce anonime - presumibilmente da coloni estremisti - per aver accettato l'invito del Centro Peres, che è favorevole invece al ritiro da numerosi insediamenti per consentire la realizzazione di uno Stato palestinese indipendente.

Calma in Madagascar dopo il tentato golpe
Il governo del Madagascar ha chiesto alla popolazione di evacuare la zona del campo militare alla periferia della capitale Antananarivo che da due giorni è la base di un gruppo di ufficiali ammutinati. L'annuncio è stato fatto con un messaggio in televisione e alla radio. Ieri otto milioni di malgasci sono stati chiamati al voto per un referendum costituzionale e oggi malgrado una certa apparente calma la gente continua ad interrogarsi su quello che potrà accadere nelle prossime ore. Sembra che le forze filo-governative tengano sotto controllo la situazione e abbiano confinato i golpisti nella caserma di Bani nella base aero-navale di Ivato. Riguardo al referendum costituzionale di ieri, secondo le fonti contattate dall'Ansa i risultati del test elettorale saranno comunicati nei prossimi giorni, anche se si sta delineando una vittoria del sì, a favore di Andry Rajoelina, l'attuale presidente dell'autorità di transizione.

Il procuratore capo del Tpi certo che Mladic e Hadzic saranno catturati entro il 2014
Ratko Mladic e Goran Hadzic, gli ultimi due criminali di guerra serbi richiesti dalla giustizia internazionale, saranno sicuramente catturati entro il 2014, quando cesserà il mandato del Tribunale penale internazionale dell'Aja (Tpi). Di ciò si è detto convinto il procuratore capo del Tpi Serge Brammertz. Esprimendo un giudizio positivo sul lavoro degli inquirenti serbi impegnati nelle ricerche dei due fuggitivi, Brammertz - che nei giorni scorsi è stato in visita a Belgrado – ha tuttavia ribadito che “si deve e si può fare molto di piu”. “L'ipotesi principale è che Mladic sia in Serbia, dove è stato visto l'ultima volta nel 2006, anche se naturalmente non escludiamo altre opzioni”, ha affermato il magistrato, secondo il quale l'ex generale gode di forti appoggi tra i militari. “Dal momento che Mladic è un militare, vi sono ragioni di presumere che venga appoggiato e protetto da ambienti militari, anche se non dispongo di informazioni precise al riguardo”, ha detto. Ratko Mladic ex capo militare dei serbi di Bosnia, è accusato di genocidio e crimini contro l'umanità in primo luogo per l'assedio di Sarajevo e il massacro di 8 mila musulmani nel luglio 1995 a Srebrenica. Goran Hadzic, ex capo politico dei serbi di Croazia, è anch'gli ricercato con l'accusa di genocidio e crimini di guerra.

In Ucraina le modifiche alla Costituzione cancellano l’ipotesi di elezioni a primavera
La Corte Costituzionale ucraina ha approvato le modifiche apportate alla Costituzione in base alle quali il mandato del Parlamento è stato esteso di un anno, di fatto consentendo di indire le prossime elezioni nell'ottobre 2012 e non nella primavera del prossimo anno. Con questa decisione, la Corte ha dato ragione alla maggioranza parlamentare filo presidenziale. Il primo ottobre scorso la Corte costituzionale ha cancellato la riforma politica del 2004 che riduceva i poteri del presidente a vantaggio del premier e del Parlamento, riservando a quest'ultimo la nomina del primo ministro e della maggior parte dei ministri.

In Nuova Zelanda preoccupazione per 33 minatori
Sono 33 i minatori che risultano dispersi dopo un'esplosione avvenuta in una miniera di carbone in Nuova Zelanda. L'incidente è avvenuto nella miniera di Pike River Coal presso la costa orientale dell'isola del sud, a 50 km dalla cittadina di Greymouth, verso le 16.30 (le 4.30 di stamattina in Italia). I minatori registrati per il turno erano 35. Due sono riusciti a tornare alla luce e vengono ora sentiti da funzionari della compagnia per determinare la portata dell'incidente. La miniera produce carbone di alto grado per la produzione di acciaio, specie per il mercato indiano, ed è situata sul versante opposto della catena di Paparoa, rispetto alla miniera ora chiusa detta Strongman State, dove 19 minatori sono morti in un'esplosione nel 1968. Le operazioni a Pike River Coal sono state travagliate da ritardi, in particolare per il crollo di un pozzo di ventilazione quando stava per avviare la produzione. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 323

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