Mons. Sarah: l'impegno di Cor Unum ad Haiti e nelle altre emergenze
“La formazione del cuore”, l’invito contenuto nell’Enciclica di Benedetto XVI “Deus
caritas est”, è al centro della missione del Pontificio Consiglio Cor Unum, che coordina
l’attività caritativa delle istituzioni caritative della Chiesa nel mondo. Lo ha ribadito
il neo-presidente del dicastero vaticano, mons. Robert Sarah - che nel Concistoro
di sabato prossimo sarà creato cardinale – il quale ha promosso dal 28 novembre al
3 dicembre, gli esercizi spirituali con i direttori e presidenti delle Caritas di
tutta Europa, al Santuario polacco di Czestochowa. Vi parteciperanno 350 delegati
di 150 diocesi di 26 Paesi, 5 cardinali che guideranno gli incontri e 50 vescovi.
In questo anno Cor Unum è impegnato tra l'altro ad aiutare i terremotati di Haiti
per i quali ha destinato 3 milioni di dollari, sostenendo così 900mila persone. Roberto
Piermarini ha chiesto a mons. Sarah quali linee intende seguire Cor Unum per le
agenzie caritative cattoliche.
R. – La
linea seguita da Cor Unum è quella tracciata dall’Enciclica del Papa “Deus caritas
est”, perché Cor Unum deve esprimere il cuore di Dio nei riguardi dei sofferenti,
nei riguardi dell’uomo che soffre e per questo cerca di manifestare l’amore di Dio.
E’ necessario per questo, come dice il Santo Padre, non soltanto avere delle competenze
professionali, ma anche educare il cuore dell’uomo perché quelli che operano nelle
organizzazioni caritative devono farlo non soltanto con competenza, ma manifestando
anche il cuore di Dio. Il Santo Padre ci chiede quindi di non limitarci ad eseguire
in modo abile e competente il nostro lavoro, ma di dedicarci all’altro con l’attenzione
del cuore. Per questo, oltre alla preparazione professionale, agli operatori viene
data la formazione del cuore per condurli a questo incontro con Dio. L’uomo da solo,
infatti, non può fare niente: è Dio che ispira l’uomo a dedicarsi all’altro, a dare
tutto se stesso, non solo materialmente, ma anche il suo cuore.
D. –
E’ in questo spirito che si terranno a fine mese a Czestochowa gli esercizi spirituali
per i direttori e presidenti delle Caritas europee?
R. – Sì. Questi
esercizi hanno lo scopo di formare il cuore dell’uomo che opera nelle organizzazioni
caritative. Per questo è importante promuovere questi esercizi. Questa iniziativa
è alla sua terza edizione: gli esercizi spirituali sono già stati tenuti per l’America
Latina e per l’Asia, e ora si terranno – appunto – per i Paesi europei e per l’anno
prossimo forse si terranno anche per l’Africa.
D. – Cosa sta facendo
Cor Unum per i terremotati di Haiti e per l’attuale emergenza-colera?
R.
– Cor Unum ha fatto tanto per Haiti. Stiamo programmando una visita per il prossimo
mese di gennaio per fare un bilancio ad un anno dal terremoto: il 12 gennaio, infatti,
sarà un anno dal terremoto. Vogliamo andare per vedere che cosa possiamo fare: la
sofferenza rimane e oggi è drammatica, ci sono tante vittime. Vogliamo sensibilizzare
la gente perché c’è da impegnarsi per aiutare Haiti: tanti sono ancora nelle tende,
non c’è acqua, mancano le medicine … Andando, a nome del Santo Padre, vogliamo sensibilizzare
il mondo ricordando che per Haiti c’è ancora tanto da fare!
D. – Siete
impegnati in altre emergenze nel mondo, come in Pakistan, ad esempio...
R.
– Anche in Pakistan cerchiamo di aiutare; recentemente, ancora in Benin e in Togo,
dove ci sono state alluvioni: anche lì abbiamo mandato un po’ di aiuto. Dove c’è sofferenza,
Cor Unum è molto attento ad essere vicino … (gf)