Il Papa: la giustizia sanitaria sia priorità dei governi. Appello a difendere la vita
anche controcorrente
“Il mondo della salute non può sottrarsi alle regole morali che devono governarlo
affinché non diventi disumano”: è il forte appello di Benedetto XVI nel messaggio
indirizzato ai partecipanti alla XXV Conferenza internazionale del Pontificio Consiglio
per gli Operatori Sanitari, apertasi stamani in Vaticano. L’assise che si concluderà
domani è incentrata sul tema “Per una cura della salute equa ed umana alla luce dell’Enciclica
Caritas in veritate”. Nel messaggio, letto dal cardinale segretario di Stato,
Tarcisio Bertone, il Pontefice chiede ai governi e alle istituzioni internazionali
di favorire l’accesso alle cure sanitarie a tutti, specie ai più bisognosi. Il servizio
di Alessandro Gisotti:
“E’ necessario
operare con maggiore impegno a tutti i livelli, affinché il diritto alla salute sia
reso effettivo”: è quanto chiede Benedetto XVI che nel suo messaggio agli operatori
sanitari incoraggia tutti gli uomini di buona volontà a “dare un volto davvero umano
ai sistemi sanitari”. Il Pontefice ribadisce dunque che la giustizia sanitaria “deve
essere fra le priorità dei governi”. E ciò perché, anche nel campo della salute, “è
importante instaurare una vera giustizia distributiva che garantisca a tutti, sulla
base dei bisogni oggettivi, cure adeguate”. Il Messaggio sottolinea che il servizio
ai malati e sofferenti è parte integrante della missione del cristiano. “Si promuove
la giustizia – afferma il Papa – quando si accoglie la vita dell’altro e ci si assume
la responsabilità per lui, rispondendo alle sue attese, perché in lui si coglie il
volto stesso del Figlio di Dio”.
Il Papa mette poi in guardia dal rischio
di trasformare la salute in “consumismo farmacologico, medico e chirurgico, diventando
quasi un culto per il corpo”, mentre permane la difficoltà per milioni di persone
“ad accedere a condizioni di sussistenza minimali e a farmaci indispensabili per curarsi”.
Quindi, constata che “accanto a risultati positivi e incoraggianti”, vi sono “opinioni
e linee di pensiero” che feriscono la dignità dell’uomo. Il messaggio menziona in
particolare le tecniche artificiali di procreazione che comportano la distruzione
di embrioni e l’eutanasia legalizzata. Il Papa avverte che “la tutela della vita dal
suo concepimento al termine naturale, il rispetto della dignità di ogni essere umano,
vanno sostenuti anche controcorrente”. I valori etici fondamentali, ribadisce, “sono
patrimonio comune della moralità universale e base della convivenza democratica”.
Il
Papa non manca di rivolgere un pensiero affettuoso ai malati, esprimendo loro vicinanza
e chiedendo di vivere la malattia come un’occasione di grazia “per crescere spiritualmente
e partecipare alle sofferenze di Cristo per il bene del mondo”. Infine, l’invito ad
una “profonda conversione dello sguardo interiore” sul mondo. “Solo se si guarda al
mondo con lo sguardo del Creatore, che è sguardo d’amore – scrive il Papa – l’umanità
imparerà a stare sulla terra nella pace e nella giustizia”.
Nel suo
intervento d’apertura del Congresso, il presidente del Pontificio Consiglio per gli
Operatori Sanitari, Zygmunt Zimowski, ha affermato che bisogna promuovere un’assistenza
sanitaria “umanizzata” che rifugga da un atteggiamento tecnicista che finisce per
ignorare la persona del malato e la sua dignità. Dal canto suo, il cardinale Tarcisio
Bertone ha ribadito l’appello contenuto nel messaggio del Papa affinché l’accesso
alle cure sanitarie diventi davvero universale. Alla prima giornata di lavori, sono
intervenuti, tra gli altri, il cardinale Peter Turkson, l'arcivescovo Gianfranco Ravasi
e l’arcivescovo Angelo Amato. Il presidente di “Giustizia e pace” ha ribadito la necessità
di un base etica dello sviluppo economico, specie nell’ambito della sanità. Il presidente
del Pontificio Consiglio della Cultura ha sottolineato che, come ci insegna Gesù nei
Vangeli, la malattia non è mai soltanto una questione biologica e che la Chiesa è
chiamata a curare gli infermi accanto all’annuncio della Buona Novella. Il prefetto
della Congregazione delle Cause dei Santi ha esortato gli operatori pastorali a valorizzare
i Sacramenti per i malati, giacché frastornati da una società superficiale, i cristiani
rischiano di dimenticare la cura della propria anima. Al Congresso ha preso parte
anche il ministro della Salute italiano, Ferruccio Fazio.
In occasione
del Congresso, la "GE Healthcare", la divisione medica di General Electric, ha donato
oggi alla Fondazione "Il Buon Samaritano" dieci Vscan. Questi strumenti diagnostici
tascabili saranno destinati a 10 ospedali attivi nel Nordest della Repubblica Democratica
del Congo. Tali Vscan permetteranno ai dottori di salvare innumerevoli vite umane
grazie all'identificazione tempestiva di alcune malattie che potrebbero essere potenzialmente
mortali.
Alla Conferenza si sta riflettendo, dunque, su una salute che
sia equa ed umana: ma cosa s'intende con questo concetto? Romilda Ferrauto
lo ha chiesto ad uno dei relatori, il dott. Marco Bregna, presidente dell’Associazione
Medicina e Persona:
R. – Prima
di tutto, consiste nell’affrontare l’uomo in maniera integrale. Infatti, l’uomo non
è solo sintomi e organi malati, ma l’uomo è un insieme profondamente unito di anima
e corpo. Affrontare la malattia non può essere, quindi, semplicemente prendere in
considerazione gli organi che non funzionano, ma consiste nel prendere in considerazione
tutta la persona.
D. – La Bioetica non riguarda solo le manipolazioni
genetiche, ma anche l'equa ripartizione delle medicine…
R. – Certamente,
bioetica è anche occuparsi della distribuzione delle risorse. Non c’è dubbio che comunque,
all’origine della non equità nella distribuzione delle risorse c’è una concezione
della salute per cui ad alcuni è dovuto tutto e ad altri non è dovuto nulla. La stessa
concezione della salute per cui l’uomo si ritiene capace di manipolare se stesso e
quindi di fare di se stesso quello che crede è alla base della non equa distribuzione
delle risorse nel Terzo Mondo.
E oggi la GE Healtcare ha donato alla
fondazione vaticana il Buon Samaritano, affidata al Pontificio Consiglio degli operatori
Sanitari, dieci Vscan. Le apparecchiature saranno utilizzate in dieci ospedali attivi
nel Nordest della Repubblica Democratica del Congo, particolarmente travagliata dal
1995 da guerre e tensioni interne. Romilda Ferrauto ha intervistato
Sandro De Poli di General Electric Italia.