2010-11-17 14:57:11

Non si placa la violenza anticristiana in Iraq. Mons. Casmoussa: indaghi l'Onu


Cristiani senza pace in Iraq. Dopo l’attentato alla chiesa di Baghdad costato la vita di 55 persone, e la dichiarazione di Al Qaeda secondo cui i cristiani sono “obiettivi legittimi”, lo scorso 15 novembre, a Mossul, altri due uomini sono stati uccisi nelle loro case. Secondo le dichiarazioni della polizia, alcuni sconosciuti hanno fatto irruzione nelle abitazioni e li hanno freddati con armi automatiche prima di fuggire. Le vittime si chiamavano Nabil Ghanem e Nashwan Khoder, entrambi 36 anni. Il primo, siro-cattolico, era dipendente delle unità provinciali delle organizzazioni di lotta contro la corruzione, il secondo, un falegname d’origine armena. Mons. Basile George Casmoussa, arcivescovo siro-cattolico di Mossul, ha detto ad AsiaNews che questi ultimi attacchi sembrano essere indice di un cambiamento di strategia nella persecuzione dei cristiani: “La novità è che i terroristi ora attaccano direttamente nelle case”. Secondo il presule, molte famiglie cristiane “lasciano o vorrebbero lasciare le grandi città, Baghdad e Mossul in particolare. Il primo passo è stato quello di lasciare le loro case. Ma alcuni di loro cercheranno di andare all’estero”. Mons. Casmoussa ha quindi chiesto alle Nazioni Unite “di discutere seriamente il problema dei cristiani iracheni. Di mandare una vera commissione d’inchiesta. Di fare pressioni sul governo iracheno, affinché garantisca un’attenzione e una sicurezza più alte alle chiese e ai villaggi cristiani. E di perseguire gli omicidi, fino in fondo”. (M.G.)







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