All'udienza generale appello di Benedetto XVI per Asia Bibi, la donna cristiana condannata
a morte in Pakistan
Benedetto XVI ha dedicato l’udienza generale a Santa Giuliana di Cornillon, vissuta
agli inizi del tredicesimo secolo in Belgio. Ricordando questa Santa – ha detto il
Papa – “rinnoviamo anche noi la fede nella presenza reale di Cristo nell’Eucaristia”.
La sua vita resta un invito a visitare frequentemente il Signore presente nel Tabernacolo.
Al termine dell’udienza generale, il Santo Padre ha poi lanciato un appello in favore
dei cristiani del Pakistan “spesso vittime di violenze o di discriminazione”. Il servizio
di Amedeo Lomonaco:
La difficile
situazione dei cristiani in Pakistan e la donna cristiana condannata a morte nel Paese
asiatico per blasfemia sono state ricordate stamani dal Papa in questo accorato appello:
“In
modo particolare oggi esprimo la mia vicinanza spirituale alla sig.ra Asia Bibi e
ai suoi familiari, mentre chiedo che, al più presto, le sia restituita la piena libertà.
Inoltre prego per quanti si trovano in situazioni analoghe, affinché anche la loro
dignità umana ed i loro diritti fondamentali siano pienamente rispettati”.
Prima
di questo appello, il Papa si era soffermato su un’altra figura femminile poco nota
a cui la Chiesa deve però “grande riconoscenza” non solo per la sua santità di vita,
ma anche perché con il suo grande fervore ha contribuito all’istituzione di una delle
solennità liturgiche più importanti dell’anno, la festa del Corpus Domini.
Si tratta di Santa Giuliana di Cornillon, a cui Benedetto XVI ha dedicato l’odierna
catechesi. Santa Giuliana, rimasta orfana a 5 anni, fu affidata alle cure delle monache
agostiniane. Acquisì una notevole cultura mostrando una “propensione particolare per
la contemplazione”. A sedici anni ebbe una prima visione, che poi si ripeté più volte
nelle sue adorazioni eucaristiche:
“La visione presentava
la luna nel suo pieno splendore, con una striscia scura che la attraversava diametralmente.
Il Signore le fece comprendere il significato di ciò che le era apparso. La luna
simboleggiava la vita della Chiesa sulla terra, la linea opaca rappresentava invece
l’assenza di una festa liturgica, per l’istituzione della quale era chiesto a Giuliana
di adoperarsi in modo efficace: una festa, cioè, nella quale i credenti avrebbero
potuto adorare l’Eucaristia per aumentare la fede, avanzare nella pratica delle virtù
e riparare le offese al Santissimo Sacramento”.
Santa
Giuliana parlò della visione alle autorità ecclesiastiche ma subì “la dura opposizione
di alcuni membri del clero”. Dopo iniziali esitazioni, l’allora vescovo di Liegi,
mons. Roberto di Thourotte, accolse la proposta di Giuliana e istituì per la prima
volta nella propria diocesi una festa in onore del Santissimo Sacramento. Quello che
avvenne a Giuliana di Cornillon – ha spiegato il Papa - si ripete frequentemente nella
vita dei Santi:
“Per avere la conferma che un’ispirazione
viene da Dio, occorre sempre immergersi nella preghiera, saper attendere con pazienza,
cercare l’amicizia e il confronto con altre anime buone, e sottomettere tutto al giudizio
dei Pastori della Chiesa”.
Alla buona causa della
Festa del Corpus Domini – ha detto il Santo Padre – fu conquistato anche Papa
Urbano IV, che volle istituirla come Solennità. Benedetto XVI ha quindi ricordato
le parole, sempre attuali, della Bolla dell’11 agosto 1264:
“Sebbene
l’Eucaristia ogni giorno venga solennemente celebrata, riteniamo giusto che, almeno
una volta l’anno, se ne faccia più onorata e solenne memoria. Le altre cose infatti
di cui facciamo memoria, noi le afferriamo con lo spirito e con la mente, ma non otteniamo
per questo la loro reale presenza. Invece, in questa sacramentale commemorazione del
Cristo, anche se sotto altra forma, Gesù Cristo è presente con noi nella propria sostanza.
Mentre stava infatti per ascendere al cielo disse: Ecco io sono con voi tutti i giorni
fino alla fine del mondo”.
Papa Urbano IV – ha aggiunto Benedetto
XVI – chiese poi “ad uno dei più grandi teologi della storia, San Tommaso
D’Aquino, di comporre i testi dell’ufficio liturgico” della festa del Corpus Domini:
“Essi,
ancor oggi in uso nella Chiesa, sono dei capolavori, in cui si fondono teologia e
poesia. Sono testi che fanno vibrare le corde del cuore per esprimere lode e gratitudine
al Santissimo Sacramento, mentre l’intelligenza, addentrandosi con stupore nel mistero,
riconosce nell’Eucaristia la presenza viva e vera di Gesù, del suo Sacrificio di amore
che ci riconcilia con il Padre, e ci dona la salvezza”.
La
festa del Corpus Domini ha conosciuto uno "sviluppo meraviglioso" ed è ancora
"molto sentita dal popolo cristiano":
“Vorrei affermare
con gioia che oggi nella Chiesa c’è una primavera eucaristica: quante persone sostano
silenziose dinanzi al Tabernacolo, per intrattenersi in colloquio d’amore con Gesù!
È consolante sapere che non pochi gruppi di giovani hanno riscoperto la bellezza di
pregare in adorazione davanti al Santissimo Sacramento. Penso, ad esempio, alla nostra
adorazione eucaristica in Hyde Park, a Londra. Prego perché questa primavera eucaristica
si diffonda sempre più in tutte le parrocchie, in particolare in Belgio, la patria
di santa Giuliana”.
L’adorazione del Santissimo Sacramento
– ha affermato il Papa – porta consolazione e gioia: “Il Signore ci attira verso di
sé, dentro il suo mistero, per trasformarci come trasforma il pane e il vino”:
“Cari
amici, la fedeltà all’incontro con il Cristo Eucaristico nella Santa Messa domenicale
è essenziale per il cammino di fede, ma cerchiamo anche di andare frequentemente a
visitare il Signore presente nel Tabernacolo! Guardando in adorazione l’Ostia consacrata,
noi incontriamo il dono dell’amore di Dio, incontriamo la Passione e la Croce di Gesù,
come pure la sua Risurrezione”.
Salutando i fedeli
della Basilicata convenuti in Piazza San Pietro per il 30.mo anniversario del terremoto
che colpì la loro regione, il Papa ha poi ricordato l’opera della Chiesa che ha saputo
offrire, “oltre al soccorso materiale, la luce della speranza nel Cristo Risorto”
in quel momento “di sconforto e di buio”. Al termine dell'udienza generale, il Pontefice
ha infine benedetto la nuova regia mobile del Centro Televisivo Vaticano (Ctv)
per riprese televisive in alta definizione, presentata ieri in conferenza stampa.
Ad accogliere il Santo Padre, tra gli altri, mons. Claudio Maria Celli, presidente
del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali. Benedetto XVI ha espresso l'auspicio
che questo nuovo mezzo possa dare un importante contributo per la diffusione del Vangelo.