Italia. Berlusconi e Bossi: senza la fiducia si va al voto anticipato
In Italia il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha convocato per questo pomeriggio
al Quirinale i presidenti di Senato e Camera per fare il punto della situazione dopo
l’uscita, ufficializzata ieri mattina, di Futuro e libertà dalla compagine di governo.
Intanto, il premier Berlusconi e la Lega concordano: in caso di voto di sfiducia in
Parlamento la richiesta è quella di elezioni anticipate. Il servizio di Giampiero
Guadagni:
La crisi
di governo di fatto è già aperta, con il ritiro della delegazione dei finiani di Futuro
e Libertà. Ma la formalizzazione in Parlamento avverrà solo dopo l’approvazione della
legge di stabilità, la vecchia Finanziaria, che le forze politiche, in questo caso
senza distinzioni, riconoscono essere la priorità. Gli scenari sono incerti. Dopo
il vertice ad Arcore tra Berlusconi e Bossi, cade l’ipotesi, lanciata nei giorni scorsi
dalla Lega, di una crisi pilotata con dimissioni di Berlusconi e immediato reincarico.
Il premier e lo stato maggiore della Lega hanno stretto un patto: se il governo non
otterrà la fiducia, la richiesta sarà quella di elezioni anticipate. Una soluzione
che dal fronte dell’opposizione trova d’accordo solo l’Italia dei Valori, mentre Pd
e centristi insistono per un governo di responsabilità nazionale, che modifichi la
legge elettorale e affronti l’emergenza economica. Ipotesi gradita anche a Futuro
e libertà, che in caso di ritorno immediato alle urne è pronto ad una alleanza con
l’Udc di Casini, l’Api di Rutelli e il Movimento per le autonomie di Lombardo. Oggi
pomeriggio, intanto, il capo dello Stato Napolitano incontrerà al Quirinale i presidenti
di Senato e Camera, Schifani e Fini, per mettere a punto l’agenda istituzionale: sul
tavolo le richieste incrociate e contrapposte del Pdl che vorrebbe discutere prima
la mozione di sostegno al governo presentata al Senato, dove la maggioranza è ancora
solida; e quella di Pd e Italia dei valori che vorrebbero invece prima dibattere la
mozione di sfiducia all’esecutivo presentata alla Camera, dove la maggioranza non
ha più i numeri. E a proposito di Pd, il partito di Bersani è alle prese anche con
problemi interni, dopo l’esito delle primarie a Milano per il candidato sindaco. Ha
vinto, infatti, Pisapia di Sinistra e libertà che ha sconfitto Boeri del Pd. Nel partito
si ripropone così il problema delle alleanze, con i timori dell’area ex popolare di
uno spostamento a sinistra.
Droni in Pakistan: 20 ribelli uccisi È
ancora salito il numero di vittime dell'attacco con un drone in Nord Waziristan avvenuto
nella notte. Secondo una fonte militare citata dalla televisione Geo News, almeno
20 sospetti militanti estremisti islamici sono stati uccisi da diversi missili sparati
contro una base di addestramento e un veicolo vicino al confine afghano, a una ventina
di chilometri dal capoluogo di Miran Shah. Dopo l'attacco, “alcuni militanti hanno
circondato l'edificio colpito alla ricerca dei corpi dei compagni” - precisa la fonte
- aggiungendo che il luogo è utilizzato come covo dai ribelli che combattono in Afghanistan
contro le forze Nato.
Afghanistan: novembre è già il mese più cruento dall’inzio
di Enduring Freedom Un soldato della Forza internazionale di assistenza alla
sicurezza (Isaf, sotto comando Nato) è morto oggi nell'Afghanistan orientale durante
un attacco degli insorti. I militari stranieri morti in Afghanistan sono ora 648 dall'inizio
dell'anno e 37 dal 1 novembre. Con questo bilancio, quello in corso è già il mese
più cruento da quando è cominciata l'Operazione Enduring Freedom nel 2001.
Il
rappresentante speciale Usa in visita in Pakistan e Afghanistan Il rappresentante
speciale degli Usa in Pakistan e Afghanistan, Richard Holbrooke, ha incontrato ieri
sera il comandante dell'esercito pachistano, generale Ashfaq Parvez Kayani, con cui
ha discusso temi di comune interesse. Lo ha reso noto l'Ufficio stampa militare (Ispr)
a Rawalpindi. Fonti diplomatiche hanno indicato che al centro del colloquio, che “è
durato per un certo tempo”, vi sono stati il prossimo Vertice della Nato a Lisbona
e le operazioni contro i gruppi clandestini operanti in Afghanistan a partire dai
territori tribali afghani di confine. Le stesse fonti hanno precisato che Kayani si
è detto convinto della necessità di una soluzione politica per la crisi afghana ed
ha espresso contrarietà per gli attacchi dei droni americani che causano “troppi danni
collaterali” e hanno “un impatto negativo sugli sforzi contro i terroristi”. Il generale
Kayani ha infine riassunto a Holbrooke gli sforzi fatti contro i fondamentalisti armati
ed ha sottolineato che il Pakistan non aprirà alcun altro nuovo fronte (come il Waziristan
settentrionale, come chiede Washington) fino a quando non saranno stati consolidati
i successi ottenuti contro i militanti in altre aree.
La Tv iraniana mostra
la presunta confessione di Sakineh “Sono una peccatrice”. Questa la ‘confessione’
di Sakineh Mohammadi-Ashtiani, la donna condannata alla lapidazione per adulterio
in Iran, che la televisione di Teheran è tornata a mostrare in una trasmissione sulla
sua vicenda andata in onda ieri a tarda sera. La donna è stata mostrata con il volto
sfumato, mentre le sue dichiarazioni, fatte in lingua azera, erano sottotitolate in
persiano. Non è possibile dire se si tratti di una 'confessione' recente o di una
fatta nei mesi scorsi e già trasmessa in televisione. La 'confessione' è stata riproposta
nella nuova trasmissione, in cui sono stati fatti apparire anche il figlio e l'avvocato
di Sakineh e due tedeschi arrestati con loro il mese scorso mentre li intervistavano.
“Non li conosco, non devono sostenermi”, ha aggiunto la donna, riferendosi probabilmente
alle organizzazioni per i diritti umani che si sono mobilitate per la sua salvezza
o ai suoi avvocati.
Aung San Suu Kyi ha ripreso il suo lavoro La
leader dell'opposizione democratica birmana, Aung San Suu Kyi, liberata sabato dopo
sette anni di arresti domiciliari, ha ripreso il lavoro presso la sede del suo partito,
la Lega nazionale per la democrazia (LND), all'indomani del suo primo discorso politico
pubblico dal 2003. Dopo la soddisfazione della comunità internazionale, sulla liberazione
della dissidente si è pronunciata oggi la Cina. Il servizio di Fausta Speranza:
La Cina è
il principale alleato della giunta militare che governa la ex Birmania. Secondo la
stampa birmana, solo quest'anno, imprese cinesi hanno investito nel vicino Paese oltre
8,17 miliardi di dollari. In questo contesto è giunto oggi il primo commento ufficiale
da parte cinese dopo la liberazione della leader dell'opposizione e premio Nobel per
la pace Aung San Suu Kyi. Ha parlato il portavoce del ministero degli Esteri Hong
Lei riferendosi al Myanmar perché questo è il nome che la giunta andata al potere
ha dato alla Birmania. Dunque ha detto che il Myanmar “proseguirà nel processo di
pace e di riconciliazione” etnica. Ma intanto continua a far sentire la sua voce Aung
San Suu Kyi, liberata sabato dalla giunta militare. Dopo il primo discorso pubblico,
ha ribadito oggi di essere determinata a “battersi” per l'esistenza della Lega democratica
(Lnd), il partito per il quale ha sempre lottato e di cui contesta lo scioglimento
da parte del regime. Il suo avvocato e portavoce Nyan Win ha spiegato che Suu Kyi
avvierà una “procedura legale” per la quale “ha firmato una dichiarazione sotto giuramento”.
Il partito della premio Nobel è stato sciolto nel maggio scorso dopo che aveva annunciato
che avrebbe boicottato le elezioni del 7 novembre, le prime nel corso di 20 anni.
Nel 1990 la Lega aveva vinto le consultazioni ma non gli è mai stato permesso di esercitare
il potere.
Italia: protesta dei malati di Sla Un gruppo di malati
di Sla ha iniziato oggi a Roma una protesta permanente di fronte al Ministero dell'Economia
per chiedere interventi di finanziamento urgente per l'assistenza di coloro che sono
colpiti da questa patologia. Si tratta di una malattia, la sclerosi laterale amiotrofica,
che porta ad una progressiva e totale paralisi, fino alla compromissione dei muscoli
respiratori, alla necessità di ventilazione assistita e quindi alla morte. Sui motivi
di questa protesta, che prevede un presidio permanente, Fabio Colagrande ha
sentito il prof. Salvatore Usala, malato di Sla che parla grazie all’aiuto
di un computer:
R. - I fatti dimostrano che si è aperta una squallida caccia
al risparmio nei confronti dei disabili, ci sono famiglie allo stremo, molti sono
disperati. D. - I malati di Sla in Italia attendono da anni
l'approvazione dei Lea per un'assistenza domiciliare adeguata. Cosa cambierebbe se
fossero approvati?
R. - I livelli essenziali di assistenza, detti comunemente
Lea, riguardano tutti i cittadini e sono datati 1999, i disabili gravi chiaramente
subiscono i maggiori disagi. I Lea costano un miliardo e questo governo non ha alcuna
intenzione di spendere. Noi malati Sla esigiamo almeno un finanziamento di 20.000
euro medie a famiglia per l'assunzione di un'assistente formato in attesa dell'approvazione
dei Lea che hanno un iter contorto, in pratica chiediamo un intervento urgente come
fosse una calamità naturale.
D. - Sono richieste che fate a nome anche
a nome delle persone non autosufficienti o affette da altre gravi malattie?
R.
– Il problema riguarda tutte le categorie di gravi disabilità, noi vogliamo avviare
un percorso virtuoso che si propaghi a tutti.
D. - Su quali principi
di giustizia basate le vostre richieste?
R. - E' molto semplice, diritti
costituzionali che dovrebbero garantire una vita degna, molti politici non vogliono
riconoscere il diritto della persona, preferiscono i crudi numeri dei bilanci di stabilità.(Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 320
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