Irrinunciabile l'impegno per l'unità dei cristiani: così mons. Koch alla plenaria
del dicastero per l'ecumenismo
La Chiesa cattolica è impegnata “in modo irreversibile a percorrere la via della ricerca
ecumenica”: è quanto affermato, ieri pomeriggio, da mons. Kurt Koch all’apertura della
Plenaria del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani, che celebra 50 anni di
fondazione. Il presidente del dicastero ha ripercorso la storia del dialogo ecumenico
dal Concilio Vaticano II in poi, auspicando che i cristiani possano essere uniti nel
testimoniare il Vangelo nel mondo di oggi. Il servizio di Alessandro Gisotti:
“Senza la
ricerca dell’unità, la fede cristiana rinuncerebbe a se stessa”: è il monito di mons.
Kurt Koch, che nella sua articolata prolusione ha messo in luce difficoltà e progressi
nelle relazioni tra Chiesa cattolica, Chiesa ortodossa e comunità ecclesiali nate
dalla Riforma. Il presule ha constatato che esistono oggi due tendenze: da una parte
c’è un ecumenismo che continua a ricercare l’unità visibile della Chiesa, dall’altra
c’è un ecumenismo che ritiene sufficiente ciò che è stato già raggiunto.
E’
allora necessario, ha affermato mons. Koch, dare nuovo slancio al movimento ecumenico,
specie in un tempo contraddistinto dalla frammentazione ecclesiale, dal pluralismo
e del relativismo che guardano con sospetto ogni tentativo di raggiungere l’unità.
Una meta che la Chiesa deve invece perseguire con amorevole determinazione. Il futuro
cardinale non ha poi mancato di sottolineare quanto l’ecumenismo sia necessario alla
missione, che viene ostacolata dalla divisione dei fedeli. La nuova evangelizzazione,
ha concluso, può avere successo “solo se viene rivitalizzato l’obiettivo originario
del movimento ecumenico, ovvero l’unità visibile dei cristiani”.