2010-11-16 11:18:54

Il cardinale George: gli Usa hanno l’obbligo morale di proteggere i cristiani iracheni


Il presidente della Conferenza episcopale statunitense, il cardinale Francis E. George, ha chiesto al governo di Washington di “raddoppiare i propri sforzi per proteggere la popolazione irachena”, ed in particolare la minoranza cristiana. Aprendo i lavori della Plenaria dei vescovi americani, ieri a Baltimora, il porporato ha sottolineato che "avendo invaso" l'Iraq, gli Stati Uniti hanno l’obbligo morale di non abbandonare gli iracheni. Il cardinale George, il 9 novembre scorso, aveva indirizzato una lettera al presidente Barack Obama, esprimendo il dolore dei cattolici americani per la strage nella chiesa siro-cattolica di Baghdad, avvenuta il 31 ottobre, e chiedendo con forza alla Casa Bianca di garantire la sicurezza della comunità cristiana dell’Iraq. Nella sua prolusione, l’ultima da presidente dell’episcopato Usa, il cardinale George si è soffermato lungamente sull’approvazione della riforma sanitaria all’inizio di quest’anno. Un avvenimento, ha ammesso, che ha rappresentato “una ferita” all’unità della Chiesa americana per le differenti opinioni sull’iniziativa legislativa. La Conferenza episcopale si oppose al passaggio della legge, avvertendo che avrebbe permesso l’utilizzo di fondi federali per finanziare l’aborto, non avrebbe garantito adeguatamente la libertà di coscienza degli operatori sanitari e avrebbe lasciato senza cure sanitarie buona parte degli immigrati. “Gli sviluppi dopo l’approvazione della riforma”, ha detto il cardinale George, “hanno confermato che la nostra analisi della legislazione era giusta e che i nostri giudizi morali erano appropriati”. Al tempo stesso, l’arcivescovo di Chicago ha criticato quanti considerano “utile” la Chiesa nel momento in cui offre sostegno ad un progetto politico, sia esso di destra o di sinistra. La Chiesa cattolica, ha avvertito, “non deve temere l’isolamento politico”, qualcosa che è già avvenuto “in politica e nella diplomazia”. Il cardinale George ha quindi messo l’accento sul ruolo dei vescovi per la comunità dei fedeli. “I presuli – ha affermato – parlano a nome della Chiesa quando si tratta di temi di fede, di morale e delle leggi che le riguardano. Tutto il resto è opinione, anche importante e ben informata, che merita un ascolto attento e rispettoso”. Ma, ha avvertito, “si tratta pur sempre di opinioni”. Nella prima giornata di lavori, i vescovi statunitensi hanno affrontato anche il tema degli aiuti alla popolazione di Haiti, ribadendo il proprio impegno ad una solidarietà fattiva nei confronti dell’isola caraibica. L’episcopato Usa ha inoltre indirizzato una lettera al Pontefice nella quale lo ringrazia per i suoi “continui sforzi tesi a promuovere l’unità all’interno della Chiesa” e si unisce a Lui nell’impegno per la pace nel mondo e in particolare in Terra Santa. (A cura di Alessandro Gisotti) RealAudioMP3







All the contents on this site are copyrighted ©.