La leader dell'opposizione democratica birmana, Aung San Suu Kyi, liberata sabato
dopo sette anni di arresti domiciliari, ha ripreso il lavoro presso la sede del suo
partito, la Lega nazionale per la democrazia (LND), all'indomani del suo primo discorso
politico pubblico dal 2003. Dopo la soddisfazione della comunità internazionale, sulla
liberazione della dissidente si è pronunciata oggi la Cina. Il servizio di Fausta
Speranza:
La Cina è
il principale alleato della giunta militare che governa la ex Birmania. Secondo la
stampa birmana, solo quest'anno, imprese cinesi hanno investito nel vicino Paese oltre
8,17 miliardi di dollari. In questo contesto è giunto oggi il primo commento ufficiale
da parte cinese dopo la liberazione della leader dell'opposizione e premio Nobel per
la pace Aung San Suu Kyi. Ha parlato il portavoce del ministero degli Esteri Hong
Lei riferendosi al Myanmar perché questo è il nome che la giunta andata al potere
ha dato alla Birmania. Dunque ha detto che il Myanmar “proseguirà nel processo di
pace e di riconciliazione” etnica. Ma intanto continua a far sentire la sua voce Aung
San Suu Kyi, liberata sabato dalla giunta militare. Dopo il primo discorso pubblico,
ha ribadito oggi di essere determinata a “battersi” per l'esistenza della Lega democratica
(Lnd), il partito per il quale ha sempre lottato e di cui contesta lo scioglimento
da parte del regime. Il suo avvocato e portavoce Nyan Win ha spiegato che Suu Kyi
avvierà una “procedura legale” per la quale “ha firmato una dichiarazione sotto giuramento”.
Il partito della premio Nobel è stato sciolto nel maggio scorso dopo che aveva annunciato
che avrebbe boicottato le elezioni del 7 novembre, le prime nel corso di 20 anni.
Nel 1990 la Lega aveva vinto le consultazioni ma non gli è mai stato permesso di esercitare
il potere.