I vescovi dell’Uruguay ricordano il ruolo dei cattolici nell’indipendenza del Paese
In località la Florida, nelle vicinanze della capitale dell’Uruguay, Montevideo, ieri
si è svolto l’annuale pellegrinaggio al santuario della Madonna “de los 33”, Patrona
della nazione, in concomitanza con il termine dell’assemblea plenaria dei vescovi
che hanno pubblicato una dichiarazione sulle celebrazioni del Bicentenario dell’indipendenza
nazionale. Con lo sguardo rivolto al futuro, i vescovi hanno ricordato che le celebrazioni
in programma per il 2011 sono momenti utili “per assumere la memoria del passato”
e “far crescere oggi l’unità e l’affetto sociale del nostro popolo, assumendoci anche
le responsabilità del nostro cammino verso il futuro”. Dopo un breve cenno all’origine
della nazione uruguaiana, i presuli scrivono: “Come credenti riconosciamo negli avvenimenti
vissuti la Provvidenza divina, il Signore della storia”. “Cogliamo l’occasione - si
legge nel documento - per ringraziare il Signore per questi due secoli e per chiedere
il suo aiuto” per riconoscere gli errori, saper chiedere perdono e, soprattutto, per
cercare i sentieri del futuro”. “Le donne e gli uomini che hanno preso parte a questo
processo di emancipazione erano, nella maggioranza dei casi, cattolici. La visione
che avevano dell’uomo e della sua esistenza, dei popoli e dei loro diritti, della
vita e della morte, era tutta permeata dalla fede e dalla cultura cattolica, nonostante
le ottiche diverse e i differenti contributi ideologici”. I presuli, inoltre, ricordano
che la stessa Chiesa cattolica, la gerarchia dei sacerdoti e i fedeli, “sono stati
parte attiva di questo processo, all’interno del quale si è forgiato il popolo dell’Uruguay”.
E come ieri anche oggi, sottolinea il documento “la Chiesa e tutti i suoi membri partecipano
attivamente alla costruzione della patria”. Per i vescovi dell’Uruguay, quindi, “lo
sguardo verso il passato” deve servire in particolare a “rinforzare l’identità nazionale,
apprezzare il patrimonio costruito in questi duecento anni, riscattare i valori più
autentici e individuare insieme, come andare avanti per costruire una patria edificata
sulla verità, la giustizia, la libertà e l’amore”. Affidando il futuro del Paese alla
Madonna “de los 33”, i vescovi si congedano con le parole di Giovanni Paolo II che
il primo aprile 1987, durante la sua visita pastorale al Paese disse: “Cari uruguaiani:
la vostra patria è nata cattolica. I suoi padri si avvalsero del consiglio di illustri
sacerdoti che incoraggiarono i primi passi della nazione uruguaiana con l’insegnamento
di Cristo e della sua Chiesa e l’affidarono alla protezione della Madonna che, con
il nome di Vergine dei Trentatrè, è oggi in questa celebrazione accanto alla croce.
L’Uruguay contemporaneo troverà le strade della vera riconciliazione e dello sviluppo
integrale cui tanto anela se non allontanerà il suo sguardo da Cristo, principe della
pace e re dell’universo”. (A cura di Luis Badilla)