2010-11-14 15:10:44

Oggi in Italia la Giornata del Ringraziamento per i frutti della terra e del lavoro dell’uomo


Si celebra oggi in Italia la Giornata del Ringraziamento sul tema tratto dal salmo 144 "Tu apri la tua mano e sazi il desiderio di ogni vivente". La Giornata, come ha ricordato stamani anche Benedetto XVI all'Angelus, cade tradizionalmente in Italia in questa seconda domenica di novembre “come azione di grazie a Dio al termine della stagione dei raccolti”. “E’ fondamentale – si legge poi nel messaggio dei vescovi italiani – che anche il lavoro agricolo e rurale si caratterizzi per una rinnovata e chiara consapevolezza etica”, affinché emerga la “dimensione sociale dell’agricoltura, fondata sui valori perenni” dell’accoglienza e della solidarietà. Sulla Giornata, Paolo Ondarza ha intervistato mons. Angelo Casile, direttore dell’Ufficio Nazionale Cei per i problemi sociali e il lavoro:RealAudioMP3

R. - Sono già 60 anni che la Chiesa, insieme alle Associazioni, celebra questa Giornata per ringraziare Dio per i frutti della terra e del lavoro dell’uomo. Queste sono le parole che ogni sacerdote eleva a Dio nell’Atto dell’Offertorio: è bello coniugare sempre questa attenzione tra il mondo agricolo rurale e Eucaristia. Il messaggio di quest’anno "Tu apri la tua mano e sazi il desiderio di ogni vivente" ci dice che è da Dio che noi otteniamo la giusta provvidenza per ogni giorno e soprattutto è da Dio che impariamo anche l’arte di essere giusti.

D. - Quest’anno, in particolare, la Giornata si concentra sui problemi che il mondo rurale sta vivendo, acuiti dal protrarsi della crisi economica…

R. - Sì, problemi legati anche allo sfruttamento dei terreni, alle eco-mafie, allo sfruttamento del lavoro delle persone immigrate.

D. - Nel messaggio si sottolinea che in questo tempo di crisi un segnale positivo è rappresentato dal ritorno all’impresa agricola di giovani laureati…

R. - Sempre più assistiamo a questo fenomeno: giovani laureati lasciano il lavoro che avevano pensato o la professione che avevano pensato per loro e tornano con consapevolezza a coltivare le terre, magari appartenute ai loro familiari. Questo lo fanno anche con una marcia in più, perché gli studi che hanno fatto riescono ad influire positivamente sul loro impegno e sul loro lavoro. Penso, ad esempio, al Progetto Policoro, promosso dalla Conferenza episcopale: tanti giovani, utilizzando anche terreni confiscati magari alla mafia, riescono a mettere in piedi delle cooperative che testimoniano che il cambiamento è possibile.

D. - Proprio le cooperative agricole - si legge nel messaggio - “rappresentano un segno di speranza e sono un dono grande per la costruzione di un modello economico ispirato ai principi etici” …

R. - Sempre più si apprende che con il peggiorare della crisi, quelle imprese che hanno basato le proprie scelte sui valori della Chiesa - quindi attenzione al territorio, attenzione alle persone, attenzione ad una economia reale e non fatta di speculazioni - stanno superando la crisi senza avere conseguenze particolari. Questo stile di attenzione alle cose piccole ma essenziali, permette loro di non fare un passo superiore alle loro capacità e quindi non risultano soggetti agli effetti della crisi. (mg)







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