Nel mondo ancora centinaia di vittime per epidemie di colera e poliomelite
Resta forte la preoccupazione ad Haiti, dopo il terremoto del gennaio scorso, per
la propagazione di un’epidemia di colera che ha causato, finora, 583 morti e oltre
9000 contagi. Il Papa stamani, dopo l'Angelus, ha rinnovato la propria vicinanza alla
popolazione del Paese caraibico e incoraggiato "tutti coloro che si stanno prodigando
per questa nuova emergenza". Nel sud del Congo Brazzaville un altra piaga, la poliomielite,
ha provocato inoltre la morte di almeno 78 persone. Sui rischi legati alla propagazione
nel mondo di queste patologie, che sembravano sotto controllo, Giancarlo La Vella
ha intervistato Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università Statale di
Milano:
R. – Ci sono
patologie nuove ma patologie emergenti o riemergenti. Le condizioni ambientali, le
condizioni sociali, possono essere determinanti nella diffusione di una certa patologia.
Ci vuole uno sforzo collegato a livello sia delle istituzioni delle ricerche ma anche
dei singoli cittadini nell’ambito di una responsabilità personale. Patologie vecchie
come il colera o la polio - semplicemente per condizioni sociali difficili o, per
esempio, per una paura rispetto ad una vaccinazione che quindi non viene eseguita
– si diffondono nuovamente. Le patologie infettive dopo la prima emergenza e dopo
i primi danni, in qualsiasi situazione di disastri ambientali, sono poi ciò che si
teme quando il livello di igiene e la possibilità di disporre di acqua potabile vengono
a mancare.
D. – Alla base di ogni prevenzione c’è proprio l’igiene.
Questo non fa apparire ancora più stridente nella nostra epoca il diffondersi di queste
malattie?
R. – Spesso e volentieri sappiamo cosa fare ma non lo usiamo
o ne riteniamo l’utilizzo - anche nei nostri ambienti - superficiale, inutile e noioso.
Frigorifero e acqua potabile devono essere, purtroppo, ancora portate in alcune parti
del mondo che ne sono prive o non hanno questa possibilità di usufruirne. D. - Appare ancora più strettamente legata la situazione pandemica con
la povertà. In questo senso, la comunità internazionale ha dei doveri specifici …
R.
– Sicuramente la povertà e la condizione di ignoranza, di non conoscenza, di non informazione,
sono l’elemento determinante. Poi, appunto, la fornitura di alimenti adeguati e di
acqua potabile è un elemento tecnologico e una capacità organizzativa essenziale in
ogni territorio.(mg)