Pakistan: ore di angoscia per la sorte della cristiana Asia Bibi, prima donna condannata
a morte per blasfemia
Si moltiplicano le iniziative in difesa di Asia Bibi, la prima donna condannata a
morte in Pakistan per blasfemia. La Chiesa del Paese asiatico chiede alla comunità
internazionale di fare pressione per revocare la condanna. Ma quali sono le reali
motivazioni che hanno portato Asia Bibi ad essere condannata alla pena capitale? Risponde
al microfono di Amedeo Lomonaco una donna cristiana raggiunta telefonicamente
a Rawalpindi che, per motivi di sicurezza, ha chiesto di mantenere l’anonimato:
R. - Asia
Bibi è stata condannata perché ha avuto un litigio durante la distribuzione dell’acqua:
forse l’acqua spettava a lei e non agli altri… Ha avuto un litigio: gli altri erano
musulmani e lei era cristiana … Lei ha avuto una reazione forte e questo ha suscitato
la rabbia fra i musulmani. Tante volte, in Pakistan succedono queste cose, si attuano
anche vendette personali per via di terreni, per cose piccole, per motivi futili….
Poi va a finire che assumono il colore della religione ...
D. - Dunque
in questo caso, come in molti altri, la religione viene strumentalizzata?
R.
- Dalle due parti, molte volte, c’è tanta ignoranza. Non si va a fondo, non si va
a capire cosa sia successo… Si lascia libero sfogo a sentimenti religiosi! Questa
legge sulla blasfemia viene usata non solo contro i cristiani, ma anche dai musulmani
stessi tra di loro, e spesso semplicemente perché c’è una contrarietà o si vuole attuare
una vendetta. Molte volte viene strumentalizzato il fatto religioso; ogni giorno succedono
fatti del genere fra tanti musulmani e di questo tutto il popolo ne soffre.
D.
- Quali sono oggi le piaghe che affliggono il Pakistan?
R. - Qui c’è
molto analfabetismo e la giustizia è corrotta. Di questa situazione soffre tutto il
Paese, non soltanto i cristiani.
D. - Qual è in Pakistan l’attuale
situazione dei cristiani?
R. - Adesso ci sono delle difficoltà, così
come succede in qualsiasi parte del mondo dove sia presente una minoranza. In genere
i cristiani vivono bene, c’è la libertà di religione, ma purtroppo sono pochi! E conoscendo
la situazione in Pakistan, i cristiani si trovano a dover assumere comportamenti prudenti.
D. - Torniamo al caso di Asia Bibi: chi può revocare la condanna a
morte?
R. - Il governo dovrebbe revocarla, ma è possibile che al momento
non decidano di farlo, perché c'è tutto un villaggio in subbuglio … E’ meglio, forse,
che prima si calmino un po’ le acque … dopo un po’, può darsi che venga revocata.
D. - Per chi è accusato di blasfemia il timore non è soltanto quello
della condanna a morte, ma anche della giustizia sommaria?
R. - Tante
volte il governo mette in prigione queste persone accusate di blasfemia, perché la
polizia preferisce tenere queste persone in un posto sicuro, senza dire dove si trovano
e questo per la loro stessa sicurezza: altrimenti il rischio è che uscendo, la gente
si faccia giustizia da sé! (mg)