2010-11-12 12:15:22

Intervento del cardinale Bertone sul diritto matrimoniale: la dottrina sia al servizio delle comunità ecclesiali


“Poco vale la dottrina se non viene messa a servizio della vita delle comunità ecclesiali, se non trova validi strumenti di attuazione”: è quanto affermato ieri dal cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, alla presentazione dell’opera “Iustitia et iudicium”, studi di diritto matrimoniale e processuale, in onore del canonista e giudice mons. Antoni Stankiewicz. Nel suo intervento al Palazzo della Cancelleria, il porporato ha sottolineato che “inefficaci rimangono quelle leggi che non incidono sulla quotidianità dei rapporti umani o che, per mancanza di adeguati strumenti applicativi, restano lettera morta”. Nella Chiesa, ha proseguito, “non bastano gli organi giurisdizionali; insufficienti sono gli strumenti di produzione giuridica, di interpretazione della legge e di applicazione della norma anche se accompagnate da corrispondenti sanzioni”.

La Chiesa, ha rilevato ancora, “sa che la sua azione legislativa, giudiziaria e coattiva, per essere pienamente efficace, deve produrre convincimenti nel singolo e nella comunità non solo a livello di comportamento esteriore, ma anzitutto di coscienza”. Il cardinale Bertone ha dunque sottolineato che è “proprio partendo da questa esigenza fondamentale che emerge la necessità pratica che la dottrina come la norma canonica siano accompagnate da una valida ed intelligente azione pastorale”. D’altro canto, ha avvertito, “la pastorale nella Chiesa presuppone un’idonea formazione dottrinale; esige e postula delle direttive talora anche sanzionate dalla norma giuridica, le quali permettono un’ordinata convivenza tra gli individui e, quindi, in ultima analisi, sono a servizio del bene comune”. In definitiva, ha concluso il cardinale Bertone: “Come la dottrina senza la pastorale resta lettera morta, così la pastorale senza la dottrina resta evanescente e rischia di produrre modelli da evitare piuttosto che da seguire”.

In particolare, circa il diritto matrimoniale, il segretario di Stato vaticano ha ribadito che “se il discorso giuridico sul matrimonio non avesse basi teologiche, le sue conclusioni ed il complesso delle norme cui dà origine non sarebbero di natura canonistica, cioè ecclesiale”. Quando dunque viene “disatteso il dato teologico, ne deriva una visione giuridica puramente positivista, naturalista, priva pertanto della luce soprannaturale e della forza evangelica che il dato sacramentario” del matrimonio le avrebbe conferito. Il porporato ha ringraziato mons. Stankiewicz per il suo lungo ministero giudiziale presso il Tribunale Apostolico della Rota Romana. Un compito, ha detto, che per mons. Stankiewicz è diventato “un impegno di vita, quasi una vocazione sacerdotale”.







All the contents on this site are copyrighted ©.