2010-11-12 14:55:11

Bolivia: la preoccupazione dei vescovi per una democrazia senza valori


La Chiesa cattolica ha espresso la sua preoccupazione per la creazione in Bolivia di una democrazia “puramente formale, senza valori e senza principi etici” a causa dei segnali negativi che si verificano nel processo di costruzione del nuovo Stato: l'assenza di dialogo, l’esclusione e la violazione dei diritti fondamentali. La riflessione - riferisce l'agenzia Fides - è stata resa nota a Cochabamba, durante la cerimonia di apertura della 90a Assemblea ordinaria della Conferenza episcopale della Bolivia (Ceb), in un documento che è stato letto da mons. Jesús Pérez, arcivescovo di Sucre e vicepresidente della Ceb. Nel testo i vescovi hanno criticato l'amministrazione del governo attuale, pur senza citarlo direttamente, e hanno chiesto ai boliviani di "raddrizzare la rotta", che ha preso il Paese. “È motivo di preoccupazione - scrivono i vescovi - il fatto che l'attuale processo di dare un nuovo volto al Paese, si stia svolgendo in un clima di confusione, per la mancanza di chiarezza e trasparenza nell'indicare gli obiettivi che, a volte, sembrano nascondere altre intenzioni, per la mancanza di un vero dialogo, per non sentire il clamore e il parere dei gruppi, per il linguaggio che si nutre di contrasti tra settori e regioni, per escludere singoli individui o gruppi che si oppongono, anche calpestando il rispetto di diritti inalienabili come la vita e la dignità, e le libertà personali e democratiche”. L'anno scorso, il 7 febbraio 2009, il Presidente Evo Morales ha promulgato una nuova costituzione, che ha iniziato il processo di costruzione del nuovo Stato sociale di diritto plurinazionale comunitario. Il nuovo modello è costruito sulla base di cinque leggi fondamentali che sono state approvate a metà di quest'anno e di altre leggi complementari che hanno causato divisioni nel Paese. I vescovi, al riguardo, dicono: “Non si può parlare di una nuova Bolivia se usiamo i metodi del passato che hanno causato tanto danno al Paese. Noi crediamo che i boliviani, come in altri momenti difficili della vita democratica, siano in grado di invertire la rotta e costruire insieme una Bolivia giusta, solidale e nella fratellanza. Questo è possibile se tutti, autorità e cittadini, ci impegnano ciascuno secondo le proprie responsabilità, a ripristinare un clima di pace e serenità, promuovendo la riconciliazione e il perdono, parlando e praticando la verità, utilizzando il dialogo sincero, ascoltando e rispettando l'altro che la pensa diversamente, e cercando il più ampio consenso possibile”. Nella conclusione, mons. Jesús Pérez Rodríguez, sottolinea il corretto concetto della missione della Chiesa nel mondo, “che non si riduce alla persona nella sua dimensione strettamente interiore o alla spiritualità, negando ogni riferimento alla persona nella sua integrità, corpo e spirito, ma arriva a tutti gli aspetti della vita, compreso quello sociale e politico. Ogni azione umana ha implicazioni morali che meritano una valutazione e un orientamento dalla verità e dalla carità cristiana” ha concluso. L’Assemblea dei vescovi si è aperta ieri 11 novembre con questo intervento e si conclude il 16 novembre. (R.P.)







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