2010-11-11 14:54:48

La conferenza stampa di presentazione della Verbum Domini


Alla presentazione, nella Sala Stampa vaticana, dell’Esortazione apostolica "Verbum Domini", sono intervenuti, tra gli altri, il cardinale Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i Vescovi, mons. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, e mons. Nikola Eterovic, segretario generale del Sinodo dei Vescovi. Il servizio di Alessandro Gisotti: RealAudioMP3

L’Esortazione “Verbum Domini” risponde a ciò di cui la Chiesa ha bisogno in questo inizio di Millennio. E’ quanto sottolineato dal cardinale Marc Ouellet che ha rilevato come nonostante nel secolo scorso “la conoscenza della Parola di Dio” sia progredita “in maniera notevole”, rimane ancora “un deficit da colmare in ciò che riguarda la vita spirituale del popolo di Dio”. Il porporato ha quindi messo l’accento sull’importanza che la "Verbum Domini" attribuisce alla “lettura orante e assidua dei testi sacri”:

"Se è vero che occorre conoscere le Scritture per conoscere il Cristo, occorre soprattutto pregare con le Sacre Scritture per incontrarvi personalmente il Cristo".

L’Esortazione, ha detto il cardinale Ouellet, accoglie tutte le 55 proposizioni approvate dai Padri Sinodali, ma alcuni temi devono essere studiati ulteriormente. Si è così riferito in particolare alla Proposizione 17 sul Ministero della Parola e la donna. Il documento ricorda che mentre il Vangelo è proclamato dal sacerdote o dal diacono, la prima e seconda lettura è affidata ad un laico, uomo o donna. Ed ha ribadito l’esortazione dei vescovi a far sì che via sia una particolare cura nella formazione del lettorato, ministero laicale che viene particolarmente incoraggiato:

“L’auspicio dei Padri sinodali che 'il ministero del lettorato sia aperto anche alle donne' è stato quindi preso in considerazione e il Santo Padre sta studiando attentamente la questione”.

L’Esortazione, ha concluso il porporato, rilancia dunque la “contemplazione personale ed ecclesiale della Parola di Dio” nella vita personale e comunitaria dei credenti:

“Essa rilancia altresì l’attività missionaria e l’evangelizzazione, dal momento che rinnova la coscienza della Chiesa d’essere amata e la sua missione di annunciare la Parola di Dio con audacia e confidenza nella forza dello Spirito Santo”.

Da parte sua, mons. Gianfranco Ravasi ha confidato che moltissime lettere che riceve quotidianamente dai fedeli riguardano la giusta interpretazione delle Sacre Scritture. Domande, ha detto il prossimo cardinale, al quale bisogna rispondere evitando il pericolo di un certo dualismo:

“E’ necessario evitare il pericolo del dualismo, cioè, di fare semplicemente della Bibbia un testo di letteratura dell’antico Vicino Oriente da analizzare semplicemente secondo i canoni della filologia, oppure di ridurlo soltanto a un testo che è solo 'spirito' e che richiede solo i canoni propri della teologia. E’ contemporaneamente l’una e l’altra cosa, se ne vogliamo salvaguardare l’incarnazione”.

Mons. Ravasi ha quindi messo l’accento sulla parola gioia che contraddistingue l’inizio e la conclusione della “Verbum Domini”. Una dimensione, ha detto, di cui abbiamo particolarmente bisogno in questo momento:

“Sono giorni cupi in cui viviamo continuamente o nella polemica o nell’oscurità. La caduta dell’etica comporta la caduta anche dell’estetica, della dignità dello stile. Questo testo è un testo che si apre e si conclude con la gioia, col respiro. Abbiamo bisogno anche di questa dimensione di consolazione, di festa, persino”.

Nel suo intervento, mons. Nikola Eterovic, segretario generale del Sinodo dei Vescovi ha ripercorso i passaggi e significati salienti del documento. Un’Esortazione, ha osservato, che riconosce il grande impulso offerto dalla Costituzione conciliare “Dei Verbum” per la “riscoperta della Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa”. Ed ha indicato i tanti frutti del documento che invita innanzitutto i cristiani ad amare la Bibbia e ad essere testimoni del Vangelo nel mondo. Tutti i battezzati, infatti, ha ricordato il presule, “sono responsabili dell’annuncio della Parola di Dio dalla quale proviene la missione della Chiesa”. Rispondendo alle domande dei giornalisti, mons. Eterovic ha spiegato che nel documento sono presenti molte buone indicazioni per migliorare le omelie. Dal canto suo, mons. Ravasi ha messo in guardia da una lettura fondamentalista della Bibbia, così come dal pericolo contrario cioè di un vago allegorismo applicato ai testi biblici. Infine, il cardinale Ouellet ha ribadito che la “Verbum Domini” sottolinea il compito profetico dei laici, nella testimonianza della Parola di Dio. Una Proposizione, ha affermato, che ha ricevuto il 100% dei voti dai Padri Sinodali.







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