La conferenza stampa di presentazione della Verbum Domini
Alla presentazione, nella Sala Stampa vaticana, dell’Esortazione apostolica "Verbum
Domini", sono intervenuti, tra gli altri, il cardinale Marc Ouellet, prefetto
della Congregazione per i Vescovi, mons. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio
Consiglio della Cultura, e mons. Nikola Eterovic, segretario generale del Sinodo dei
Vescovi. Il servizio di Alessandro Gisotti:
L’Esortazione
“Verbum Domini” risponde a ciò di cui la Chiesa ha bisogno in questo inizio di Millennio.
E’ quanto sottolineato dal cardinale Marc Ouellet che ha rilevato
come nonostante nel secolo scorso “la conoscenza della Parola di Dio” sia progredita
“in maniera notevole”, rimane ancora “un deficit da colmare in ciò che riguarda la
vita spirituale del popolo di Dio”. Il porporato ha quindi messo l’accento sull’importanza
che la "Verbum Domini" attribuisce alla “lettura orante e assidua dei testi sacri”:
"Se
è vero che occorre conoscere le Scritture per conoscere il Cristo, occorre soprattutto
pregare con le Sacre Scritture per incontrarvi personalmente il Cristo".
L’Esortazione,
ha detto il cardinale Ouellet, accoglie tutte le 55 proposizioni approvate dai Padri
Sinodali, ma alcuni temi devono essere studiati ulteriormente. Si è così riferito
in particolare alla Proposizione 17 sul Ministero della Parola e la donna. Il documento
ricorda che mentre il Vangelo è proclamato dal sacerdote o dal diacono, la prima e
seconda lettura è affidata ad un laico, uomo o donna. Ed ha ribadito l’esortazione
dei vescovi a far sì che via sia una particolare cura nella formazione del lettorato,
ministero laicale che viene particolarmente incoraggiato:
“L’auspicio
dei Padri sinodali che 'il ministero del lettorato sia aperto anche alle donne' è
stato quindi preso in considerazione e il Santo Padre sta studiando attentamente
la questione”.
L’Esortazione, ha concluso il porporato, rilancia
dunque la “contemplazione personale ed ecclesiale della Parola di Dio” nella vita
personale e comunitaria dei credenti:
“Essa rilancia altresì l’attività
missionaria e l’evangelizzazione, dal momento che rinnova la coscienza della Chiesa
d’essere amata e la sua missione di annunciare la Parola di Dio con audacia e confidenza
nella forza dello Spirito Santo”.
Da parte sua, mons.
Gianfranco Ravasi ha confidato che moltissime lettere che riceve quotidianamente
dai fedeli riguardano la giusta interpretazione delle Sacre Scritture. Domande, ha
detto il prossimo cardinale, al quale bisogna rispondere evitando il pericolo di un
certo dualismo:
“E’ necessario evitare il pericolo del dualismo,
cioè, di fare semplicemente della Bibbia un testo di letteratura dell’antico Vicino
Oriente da analizzare semplicemente secondo i canoni della filologia, oppure di ridurlo
soltanto a un testo che è solo 'spirito' e che richiede solo i canoni propri della
teologia. E’ contemporaneamente l’una e l’altra cosa, se ne vogliamo salvaguardare
l’incarnazione”.
Mons. Ravasi ha quindi messo l’accento sulla parola
gioia che contraddistingue l’inizio e la conclusione della “Verbum Domini”. Una dimensione,
ha detto, di cui abbiamo particolarmente bisogno in questo momento:
“Sono
giorni cupi in cui viviamo continuamente o nella polemica o nell’oscurità. La caduta
dell’etica comporta la caduta anche dell’estetica, della dignità dello stile. Questo
testo è un testo che si apre e si conclude con la gioia, col respiro. Abbiamo bisogno
anche di questa dimensione di consolazione, di festa, persino”.
Nel
suo intervento, mons. Nikola Eterovic, segretario generale del Sinodo dei Vescovi
ha ripercorso i passaggi e significati salienti del documento. Un’Esortazione, ha
osservato, che riconosce il grande impulso offerto dalla Costituzione conciliare “Dei
Verbum” per la “riscoperta della Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa”.
Ed ha indicato i tanti frutti del documento che invita innanzitutto i cristiani ad
amare la Bibbia e ad essere testimoni del Vangelo nel mondo. Tutti i battezzati, infatti,
ha ricordato il presule, “sono responsabili dell’annuncio della Parola di Dio dalla
quale proviene la missione della Chiesa”. Rispondendo alle domande dei giornalisti,
mons. Eterovic ha spiegato che nel documento sono presenti molte buone indicazioni
per migliorare le omelie. Dal canto suo, mons. Ravasi ha messo in guardia da una lettura
fondamentalista della Bibbia, così come dal pericolo contrario cioè di un vago allegorismo
applicato ai testi biblici. Infine, il cardinale Ouellet ha ribadito che la “Verbum
Domini” sottolinea il compito profetico dei laici, nella testimonianza della Parola
di Dio. Una Proposizione, ha affermato, che ha ricevuto il 100% dei voti dai Padri
Sinodali.