2010-11-10 15:40:28

Israele non ferma il piano costruzioni a Gerusalemme est


Il governo israeliano esclude un congelamento o una limitazione delle costruzioni di nuovi alloggi. Ad affermarlo è il segretario di gabinetto israeliano, Tzvi Hauser. L’ufficio del premier, Benjamin Netanyahu, precisa inoltre che lo Stato ebraico “non vede alcun legame tra il processo di pace e la politica di costruzione” degli alloggi. Le dichiarazioni arrivano dopo le critiche della comunità internazionale, seguite all’annuncio dell’edificazione di 1.300 nuovi insediamenti a Gerusalemme est.

Elezioni in Giordania
Urne chiuse e spoglio in corso in Giordania, dove si sono svolte ieri le elezioni politiche boicottate dal Fronte islamico del Lavoro, gruppo di opposizione legato ai Fratelli musulmani. Secondo i dati della Commissione elettorale, l’affluenza è stata del 52,9% degli aventi diritto al voto. Viene data per scontata l’ennesima affermazione dei partiti vicini al governo e a re Abdallah.

Dopo elezioni in Myanmar
In Myanmar, dove la giunta militare ha proclamato la propria vittoria alle contestate elezioni legislative, il governo di Yangon sembra ora allentare la pressione sugli oppositori del regime che hanno boicottato il voto. Nei prossimi giorni, intanto, dovrebbe essere liberata la Premio Nobel per la pace, Aung San Suu Kyi, leader della Lega Nazionale per la Democrazia. Sull’attendibilità di questa notizia, Giancarlo La Vella ha intervistato il collega, Stefano Vecchia, esperto di Estremo Oriente:RealAudioMP3

R. – La liberazione di Aung San Su Kyi era, comunque, già prevista alla scadenza dei suoi arresti domiciliari: 18 mesi che scadono, appunto, sabato 13. E’ probabile che in questo momento il governo cerchi di far passare questa - che era comunque una scadenza prevista - come una concessione alle opposizioni. Le opposizioni non sono disposte, invece, a scommettere sulla liberazione o, se la liberazione, comunque, ci sarà. Sono convinte che ci sarà poi una contromossa del governo per impedire ad Aung san Su Kyi di muoversi liberamente per spiegare ancora una volta ai birmani la differenza fra regime e una democrazia vera.

D. – E’ in corso la protesta innescata dall’esito del voto. Potrebbe sfociare in qualcosa di più drammatico?

R. - E’ possibile. In questo momento, a sud ci sono scontri duri tra l’esercito birmano e le milizie fedeli al regime e le milizie, invece, di etnia Karen e di etnia Mon. Gli scontri proseguono e, quindi, c’è un flusso in uscita di profughi da questa zona. E’ difficile prevedere cosa succederà. Un ampliamento del conflitto è prevedibile e, anzi, è previsto dall’opposizione che già da tempo si preparava per questa eventualità.

D. – L’esodo della popolazione civile verso i Paesi limitrofi potrebbe creare a breve un problema umanitario?

R. – Certamente, se la situazione dovesse peggiorare dal punto di vista militare l’esodo è scontato. La Thailandia ha già annunciato che non riconoscerà come profughi questi nuovi rifugiati - il Paese già ne ospita un gran numero, almeno, da una ventina d’anni in una decina di campi profughi. Però, sicuramente li accoglierà per ragioni umanitarie per il tempo necessario, se non altro per salvaguardarne l’incolumità. Le organizzazioni umanitarie a ridosso del confine thailandese sono pronte già da settimane per questa evenienza.

Maltempo in Italia
L’ondata di maltempo continua ad investire diverse regioni italiane. Nella provincia di Salerno, teatro nel 1998 a Sarno dell’alluvione costata la vita ad almeno 130 persone, molti corsi d’acqua hanno superato gli argini. Oltre 300 persone sono state evacuate da edifici a rischio. L’allarme resta alto anche in Toscana e Sardegna a causa soprattutto delle frane. In Veneto, poi, sono ingenti i danni provocati dalle inondazioni dei giorni scorsi. Ieri, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha incontrato gli amministratori locali, tra i quali il sindaco di Casalserugo, Elisa Venturini, intervistata da Massimiliano Menichetti:RealAudioMP3

R. – Abbiamo avuto 153 attività produttive - considerate quelle agricole, quelle artigianali e quelle industriali - che hanno subito danni. La nostra realtà è stata gravemente compromessa, soprattutto riguardo alle attività produttive che il prima possibile devono assolutamente riprendere. Dobbiamo garantire ai nostri imprenditori, ai nostri operai, di poter riprendere le loro attività.

D. – Casalserugo è uno dei paesi del padovano più colpiti da questa emergenza alluvione: su 5600 abitanti, 420 sono gli evacuati. Qual è adesso la situazione?

R. – Fortunatamente, l’acqua è stata prosciugata in tutte le vie e adesso c’è una fase di ripristino della normalità. Stanno attivando tutta una serie di attività: bonifiche dei terreni, distribuzione di pasti caldi. I volontari sul territorio stanno dando una mano alle famiglie. Alcune famiglie hanno perso tutto, altre famiglie devono ritornare alla normalità perché non hanno, da un punto di vista psicologico, la forza di reagire. Allora, noi ci stiamo attivando, con la distribuzione di alimenti, di generi di prima necessità, di vestiario, anche con sostegni psicologici, che possano sostenere quanti, in questo momento, fanno fatica a riprendersi.

D. – Quale è la stima dei danni?

R. – Ora come ora, in base ad una cifra sommaria, intorno ai 70 milioni di euro. I primi giorni non erano pervenute notizie sul nostro stato e questa è la cosa che forse ci rammarica di più, perché non ci si è resi conto, a livello nazionale, dello stato in cui si versava. Adesso che ci sono i danni, bisogna in qualche modo trovare ristoro.

D. – Diversi paesi limitrofi sono venuti ad aiutarvi…

R. – Sì, devo dire che ho avuto molta solidarietà da altri sindaci, i quali mi hanno telefonato e stanno attivando delle raccolte fondi. E dobbiamo dire che la rete del volontariato è grandissima: dalle parrocchie, alle Pro loco e alle varie associazioni, senza dimenticare le istituzioni e le Forze armate. Stanno tutti collaborando veramente al ripristino della normalità. (Panoramica internazionale a cura di Amedeo Lomonaco)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 314

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