Almeno 3 morti in Iraq per una nuova ondata di attacchi contro la comunità cristiana
In Iraq una nuova serie di attacchi contro abitazioni di cristiani ha provocato la
morte di almeno 3 persone. Il bilancio, ancora provvisorio, è stato reso noto dal
ministero della Difesa iracheno. I nuovi attentati seguono di 10 giorni la strage
avvenuta il 31 ottobre nella chiesa siro-cattolica di Nostra Signora del Perpetuo
Soccorso a Baghdad e costata la vita a decine di persone. Questa mattina – riferisce
AsiaNews - colpi di mortaio e decine di bombe artigianali sono scoppiati davanti alle
abitazioni dei fedeli. Ieri sera erano state attaccate altre tre case di cristiani
nella capitale. Si tratta di nuovi tragici episodi all'indomani anche di nuove, recenti
minacce di Al Qaeda, che considera "obiettivi legittimi" i fedeli cristiani. L’arcivescovo
siro-cattolico di Baghdad, Mons. Atanase Matti Shaba Matoka, ha dichiarato all’agenzia
Fides che dopo la nuova serie di attacchi contro la comunità cristiana irachena “un
profondo sconforto” avvolge i fedeli. “Nonostante i proclami – spiega il presule -
il governo non fa nulla per fermare quest’ondata di violenza che ci travolge. Ci sono
poliziotti davanti alle chiese, ma oggi sono le case dei nostri fedeli a essere aggredite”.
“Sono state colpite famiglie cristiane caldee, siro-cattoliche, assire e di altre
confessioni, nel distretto di Doura. E’ il terrore che bussa alle nostre porte. Le
famiglie sono sconvolte. Questa non è vita”. “Vogliono cacciarci via, e ci stanno
riuscendo”. Il Paese – sottolinea l’arcivescovo siro-cattolico di Baghdad - è in preda
alla distruzione e al terrorismo. I cristiani soffrono sempre più e vogliono abbandonare
il Paese. Non abbiamo più parole”. Mons. Atanase Matti Shaba Matoka lancia poi un
accorato appello: “Chiediamo un pronto intervento della comunità internazionale e
supplichiamo il Santo Padre e la Chiesa universale di venire in nostro aiuto. Oggi
non possiamo fare altro che sperare e pregare, affidando la nostra vita nelle mani
di Dio. I cristiani iracheni dicono fra le lacrime: In manus tuas, Domine”. Sul versante
politico, intanto, il premier uscente Nouri al-Maliki ha visitato ieri la chiesa siro-cattolica
di Baghdad, teatro del drammatico attentato dello scorso 31 ottobre ed esortato i
cristiani a non abbandonare il Paese. “L’uguaglianza dei cristiani con gli altri iracheni
– ha affermato al-Maliki - è un dovere sacro”. (A.L.)